Archiviata la sbornia festiva, si fa per dire, con gli italiani (come i molisani e i termolesi) sempre più alle prese con un semaforo a doppio colore, rosso e arancione, dal 24 dicembre al 6 gennaio, ieri e oggi, 7 e 8 gennaio, due giorni in giallo. Storie di vita quotidiana cromatiche, in tempo di pandemia capita di subire anche questo, mentre la campagna vaccinale avanza, seppur in modo disomogeneo sul territorio nazionale. Siamo alle prese con una fase di mera incertezza, poiché al di là di quello che è stato stabilito fino a domenica, col weekend in zona arancione, toccherà ai nuovi criteri con cui tabellare le regioni decidere le sorti dei singoli territori e quali misure di contenimento adottare. Una zona gialla “plus”, per usare un termine ricorrente, visto il divieto di spostamento tra le regioni. Con tutta Italia in regime di zona gialla, bar e ristoranti, gelaterie, pasticcerie possono riaprire, ma fino alle 18, orario dal quale tornerà ad essere consentito solo l’asporto (fino alle 22) e la consegna a domicilio. Negozi tutti aperti senza alcuna distinzione fino alle 20 (l’apertura allungata alle 21 era prevista solo per le festività natalizie). Aperti anche i centri commerciali. Alimentari e non, attività di ogni genere osserveranno i normali orari previsti dai comuni in cui si trovano. Abbiamo chiesto lumi al portavoce del comitato commercianti, Maurizio Giamberardino, sia per quanto riguarda l’avvio dei saldi, sia per il bilancio complessivo delle festività. «Per i saldi è oggettivamente ancora presto, poiché c’è stato un solo giorno per poter accogliere davvero la clientela ed è andata anche piuttosto bene. Ma i cittadini sono confusi, regna davvero troppa confusione, su quello che si può fare e quello che non si può fare. Anche per le festività natalizie, tra giorni rossi e arancioni, in pratica abbiamo lavorato solo fino al 23 dicembre».
