Prosegue lo sciame sismico nel Mare adriatico, oltre 100 le scosse che da sabato scorso sono state registrate dall’Ingv. Intanto, fanno capolino le dichiarazioni di un sismologo dell’ateneo di Bari, intervistato da Foggiatoday. «L’attività sismica nell’area interessata dalla scossa principale sta continuando con una serie di eventi di magnitudo inferiore».
L’aggiornamento arriva dal geologo Nicola Venisti dell’Osservatorio Sismologico dell’Università di Bari presso il dipartimento di Scienze della Terra e geo-ambientali. Dopo l’evento sismico di magnitudo rivista a 5.2 (per la precisione, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia scrive oggi magnitudo momento Mw 5.2, magnitudo Richter Ml 5.6.) registrato alle 14:47 del 27 marzo in Mar Adriatico a circa 80-90 km dalle coste della Puglia garganica e dalle Isole Tremiti e una trentina di chilometri dall’isola croata di Lastovo. La più forte delle ultime ore è stata registrata alle 19:43 di domenica, di magnitudo 3.8. Delle repliche localizzate dalla Sala di Sorveglianza Sismica dell’Ingv-Roma nell’area interessata dalla sequenza sismica di magnitudo compresa tra 2.1 e 4.1, 25 eventi risultano di magnitudo pari o superiore a 3.0. «È una cosa abbastanza normale quando si verifica un evento che supera una certa soglia – spiega Venisti – Difficilmente gli eventi sismici sono isolati. È logico che un evento come quello di sabato possa avere uno strascico per diversi giorni». Sono quelle che comunemente vengono chiamate repliche. «In realtà è una faglia, una struttura sismogenetica, che si è riattivata, fortunatamente con modeste emissioni di energia. Adesso, via via, il sistema deve tornare all’equilibrio». Sono, dunque, scosse di assestamento. Il geologo dell’Uniba conferma che esiste una correlazione con i frequenti movimenti tellurici nei Balcani, in Croazia e in Grecia. “È tutto un sistema. Quello che noi chiamiamo Mare Adriatico è un grande ‘piastrone’ sul quale da Est avanza la catena Dinarica e le Albanidi e da Ovest avanzano gli Appennini. Sotto il peso di queste due catene montuose, che sono in lento movimento l’una verso l’altra, questo piastrone si frattura”. Gli eventi sismici, quindi, sono tutti più o meno collegati tra di loro. Il geologo dell’UniBa aiuta anche a interpretare le spettacolari immagini girate dal pilota Alidaunia Francesco Clemente da un aerotaxi per le Isole Tremiti che hanno fatto il giro del web. «Se c’è qualcosa che vibra sott’acqua, in superficie si ha un effetto, che non ha nulla a che vedere con le onde anomale o addirittura col fenomeno maremoto. Quello che si vede nel mare è un effetto in superficie di una vibrazione che avviene in profondità. Tutti quanti noi, per semplicità, quando parliamo di terremoto parliamo di ipocentro e di epicentro, diamo una connotazione puntuale alla sorgente, in realtà quella che si attiva è una faglia che è una struttura bidimensionale, quindi in superficie io non ho un puntino che mi dà un gorgoglio ma una striscia da cui partono delle vibrazioni, delle sollecitazioni, e nell’acqua si ripresentano in superficie».

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