Sedici anni dopo l’amato Girolamo, si è spenta a Termoli, a 96 anni (classe 1925), la professoressa Laura Caporicci vedova dell’onorevole La Penna. Ieri pomeriggio al cimitero di Termoli, alle 17, la benedizione. Alla famiglia Lapenna il cordoglio di Primo Piano Molise e Teleregione. A ricordarla, la professoressa Anna Maria Sciarretta Colombo.
«Onore a Laura: Cara Laura,
quando arriva il momento della morte, la propria vita – agli occhi di chi resta – riconquista la sua piena integralità.
Infatti, se abbiamo vissuto a lungo, è inevitabile che ci sia stata per noi una fase finale di assenza dal “mondano rumore”, con un malinconico senso di spaesamento e la percezione fisica di essere divenuti trasparenti, senza più peso nel consorzio sociale.
Tuttavia, alla notizia della nostra definitiva scomparsa, nell’animo altrui riemerge e si staglia con nettezza l’identità che ci aveva resi unici.
La tua personalità, Laura, è stata incisiva e indimenticabile, perché hai seguito con totale fedeltà due stelle polari: la famiglia e la scuola.
Per gli intimi eri anzitutto Laura Caporicci, la sposa leale di Girolamo, la madre di Lucia e di Ginina; per il mondo termolese, molisano e nazionale, eri la moglie di un eminente politico, Girolamo La Penna, oltre che una stimata Insegnante di Lettere nei Licei e una preclara Preside delle Scuole Medie.
In tutti gli ambiti il tuo nome veniva pronunciato con rispetto, non scevro di timore, per l’autorevolezza che emanavi, in un “calore di fiamma lontana”.
Tu stessa, negli ultimi anni di vita, parlando del passato mi ripetevi con semplicità disarmante una constatazione, una sintesi: “Fin da piccola, ero brava solo a studiare” e ringraziavi la Provvidenza per averti concesso di conservare lucidità di mente e vigore intellettuale.
Sei sempre stata la vestale di una religione laica, quella della cultura intesa come baluardo di umanità, civile convivenza, autocontrollo del- l’animo, dei gesti e della parola.
La cultura equivalente a serena pacatezza, ricerca della sobrietà, dell’equilibrio tra le disarmonie delle cose.
Eri esemplare per il rigore etico, la compostezza signorile, l’insegnamento agli alunni di essere bravi studenti e cittadini onesti e ai docenti di assumersi la primaria responsabilità di educatori.
La tua credibilità scaturiva proprio dalla inalterabile coerenza tra il pensiero e l’azione.
Nel comportamento, nell’eloquio, nello sguardo traspariva l’amore sconfinato per lo studio, la lettura, il servizio sociale in ogni sua dimensione.
Con saggezza e discrezione hai sostenuto le responsabilità socio-politiche della tua famiglia e hai testimoniato una stoica forza d’animo nel dolore per la prematura perdita della diletta figlia Lucia (18 maggio 2010), dopo quella dell’amato consorte (21 gennaio 2005).
Nulla in te è scemato con il volgere degli anni.
E’ vero, hai goduto il sostegno e la vicinanza devota della figlia Ginina e del genero Marco, ti ha riempito il cuore l’affetto dei nipoti Marco e Laura, ma il tuo stile di vita è rimasto intatto, fonte di ammirazione per chi aveva il desiderio di farti visita. Non sono mancati i problemi di salute, però niente ha precluso il contatto con i libri, mezzo di ricerca e compagni di viaggio, in una perenne osmosi di orizzonti e di esperienze.
La dolcezza e la serenità che emanavi nel sorriso, nella gentilezza dei modi, l’interesse partecipe per le vicende altrui, la generosità di fronte alle richieste dei bisognosi, sono la tua eredità morale e umana, l’incarnazione coraggiosa e limpida di una civiltà per lo più perduta nel vivere familiare, scolastico, sociale.
E’ questo l’alloro cui allude il tuo nome, è questa la gloria che hai raggiunta in un magistrale e imperituro dono di cultura e di grandezza d’animo.
Riposa in pace, Laura, e ricevi il premio che è stato promesso agli uomini giusti».

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