Nel giorno di riapertura dell’attività scolastica in presenza, lo scorso mercoledì 7 aprile, abbiamo pubblicato la testimonianza di alcune mamme che avrebbero preferito venisse estesa la possibilità della didattica a distanza. Sono donne che ci hanno messo la faccia, come la 39enne Zeina, che viene da Beirut, dal Libano, come l’estetista Carmela. Ebbene, i giorni trascorrono e loro fanno rete. E’ stato varato un gruppo sociale “Sì dalla Dad facoltativa”, con cui vorrebbero giungere sino all’orecchio del Governatore Donato Toma, chiedendo la stessa possibilità offerta dal suo collega pugliese Michele Emiliano. «Noi abbiamo richiesto di poter scegliere la Dad a nostra figlia di 8 anni, ma non è prevista. La bambina non riesce a tenere la mascherina per 5 ore consecutive e ora abbiano richiesto di poter fare l’istruzione parentale. Non abbiamo ancora nessuna risposta. La bambina soffre di mal di testa forte dopo aver tenuto la mascherina a lungo. E sinceramente non la vogliamo forzare. Ora la devono tenere di continuo. Comunque le leggi sono queste e noi ora chiediamo di poter istruire a casa». «Devono darci la possibilità di scegliere. Per noi poter far scegliere la didattica a distanza è importante per la salute psicofisica dei bambini e soprattutto a casa sono liberi di respirare senza mascherina e senza pericolo di contagio. Considerata la situazione ancora allarmante dei contagi in Italia riteniamo indispensabile consentire alle famiglie la possibilità di scegliere tra lezioni in presenza oppure in Dad. Proprio in considerazione delle situazioni soggettive delle famiglie e delle paure legate al ritorno sui banchi, chiediamo inoltre che le assenze degli studenti che si registreranno dopo la Pasqua e fino alla fine dell’anno scolastico, non siano considerate ai fini del profitto e siano ritenute tutte giustificate. Per favore aiutateci siamo famiglie con situazioni fragili di salute», l’istanza di Zeina. Un’altra testimonianza, «Da qualche giorno il Molise è tutto, nuovamente, in zona arancione e il calo dei contagi ha permesso la riapertura delle scuole e le lezioni in presenza, sostituendo di fatto la Dad. La decisione di riaprire le aule, tuttavia, crea non pochi dubbi ed interrogativi nei genitori, preoccupati che la presenza in aula dei propri figli, assieme ad altri ragazzi ed ai docenti, possa far girare il virus. Situazione tutt’altro che inverosimile come una madre molisana di una bambina di 6 anni che racconta cosa le è accaduto: «Sono una mamma di una bambina di 6 anni ed è assurdo quello che stiamo vivendo: ci obbligano a mandare i figli a scuola senza darci la possibilità di scegliere come preservare al meglio la nostra salute e quella di tutti. Ho dato fiducia alla scuola per ben due volte credendo fosse sicura e fidandomi di pareri altrui, tra cui quella del preside che mi garantiva sicurezza. Una sicurezza che è svanita quando mia figlia tornò in classe e dopo qualche settimana portò il virus a casa che la sua maestra le aveva trasmesso (una realtà da molti vissuta, non solo in classe di mia figlia) contagiando anche me e senza allungare “il brodo” di come abbia passato la “degenza” nel letto di casa mia abbandonata dalle istituzioni in primis, arrivo al nocciolo della questione: perché mai io devo essere obbligata a mandare mia figlia a scuola se alla fine essa non è risultata sicura? Perché tutti i miei sacrifici, di “detenzione domiciliare” dovrebbero svanire a causa di un nuovo contagio? Quando ho chiesto al preside se in caso di un nuovo contagio la scuola si sarebbe presa la responsabilità mi ha risposto: la colpa è delle famiglie perché il virus viene da fuori e allora a noi genitori chi ci tutela? Le domande sono molteplici, le paure ancora di più. Il Molise è stato per ben 2 mesi in zona rossa e finalmente i contagi sono scesi. Non è difficile capire che con la riapertura della scuola risaliranno e noi genitori impauriti ci affidiamo alle preghiere. E’ stato un azzardo aprire le scuole a solo due mesi dalla chiusura per le vacanze estive generando nuove paure e nuovi dubbi. Ci sono attività chiuse da un anno, famiglie che hanno perso la dignità perché non riescono a portare il pane a casa e noi permettiamo la possibilità al virus di propagarsi vanificando tutti i sacrifici fatti fin ora. Per questo lasciare la libertà ai genitori di scegliere tra la dad e la presenza è un nostro diritto. Io esco una volta al mese per fare la spesa e per altre commissioni, per evitare di esporre la mia famiglia a un nuovo contagio ma mi viene obbligato di mandare mia figlia a scuola con il rischio che l’agonia possa ripetersi. Siamo tutti molto stanchi, provati i bambini in special modo ma penso che un altro po’ di sacrificio si sarebbe potuto fare in quanto meglio la dad ma in salute, che a casa malato o nei casi più gravi in ospedale a causa del covid. Non possono giocare con la nostra salute se è vero che c’è una pandemia in corso. Abbiamo perso parenti e come nel mio caso, sono morti soli, senza poterli nemmeno salutarli per l’ultima volta dato che vivono tutti fuori regione. Penso, e lo ribadisco, che ci spetti di diritto scegliere come preservare al meglio la nostra salute dato che alla fine nessuno si prende la responsabilità di quanto citato. Dateci, per favore, la possibilità di scegliere cosi come hanno fatto in altre regioni. Abbiamo il dovere di tutelare i nostri figli ma non lo permettete. Ascoltate i genitori a prescindere dallo schieramento ideologico che hanno preso. Le classi sono affollate e darci la possibilità di scegliere eviterebbe un nuovo rischio di contagio. Aiutateci, grazie».

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