«Come vescovo della diocesi di Isernia-Venafro, scrivo a nome di questa Chiesa locale. Sì, perché la Chiesa è madre e sente proprio questo grido che altre mamme stanno alzando da questo territorio. Mi riferisco ad un fatto concreto: da tempo le “Mamme per la Salute e l’Ambiente onlus”, di Venafro, si adoperano per far emergere quanto sta accadendo in questa nostra terra molisana: sono notevolmente aumentate incidenza e prevalenza dei tumori, delle malattie del sistema cardiocircolatorio, degli eventi cerebrovascolari, delle patologie acute e croniche del sistema respiratorio, dei disturbi dell’apparato digerente e delle malattie dell’apparato urinario che interessano gli abitanti della provincia di Isernia, in modo particolare nella Piana di Venafro e Valle del Volturno».
Si apre così la lettera aperta che il vescovo Camillo Cibotti ha indirizzato alle istituzioni, ai governatori di Molise Donato Toma e Campania Vincenzo De Luca nonché all’intera comunità nel giorno dell’assemblea pubblica che si svolgerà questa mattina alle 10 a Vairano contro la centrale turbogas. Quindi, «queste mamme – prosegue Cibotti -, che non ho difficoltà a definire “mamme coraggio”, come solo le donne sanno fare, danno voce – talvolta precedendolo! – al grido di allarme dell’intera Comunità scientifica: da ogni parte non si può negare che di inquinamento ci si ammala e si muore. A questo grido, nelle forme suggerite anche dall’associazione “Città Nuova”, da oltre quindici anni vigile sulle tematiche ambientali di interesse generale per il territorio venafrano, unisco la mia voce, a nome di tutta la Chiesa di Isernia e Venafro. Infatti, nel contesto in cui viviamo, che si stia attraversando un momento critico è acclarato. Ma, non per questo si può abbassare l’attenzione: è, invece, il tempo di chiedere, forse con ancora maggiore insistenza, una seria programmazione politica, per portare avanti la salvaguardia della salute pubblica. È urgente far sentire la propria opinione, in particolare di fronte alla notizia allarmante che a Presenzano, proprio al confine tra il Molise e la Campania, si vuole installare una centrale turbogas della Edison. Alla lotta che i cittadini di Sesto Campano e Pozzilli hanno portato avanti, per le vicende di grave inquinamento prodotte dagli insediamenti industriali già presenti nel loro territorio, ora si aggiunge questo grido d’allarme che spinge le popolazioni di due Regioni, Campania e Molise, a non abbassare la guardia e ad esigere che venga scongiurata quest’altra minaccia per l’ambiente e, in special modo, per la salute di tutti gli abitanti di questa parte del “Bel Paese”, che rischia di essere ulteriormente sfregiata ed uccisa».
Parole pesanti e determinate da parte del vescovo che continua: «Mi permetto di sottolineare un aspetto: questa situazione che ci preoccupa non è solo nostra, ma appartiene a tutta l’Italia e alla Chiesa tutta. Basti pensare alle parole del Santo Padre, Papa Francesco: “Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori. Se non pulsa in esse questa domanda di fondo, non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti. Ma se questa domanda viene posta con coraggio, ci conduce inesorabilmente ad altri interrogativi molto diretti: a che scopo passiamo da questo mondo? Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo?… Occorre rendersi conto che quello che c’è in gioco è la dignità di noi stessi. Siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per l’umanità che verrà dopo di noi… Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia. Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente ha superato le possibilità del pianeta” (Laudato si’, nn. 160-161)».
Dunque, «in questa direzione la Chiesa si muove per sensibilizzare tutti gli uomini del pianeta a prendere coscienza della grave responsabilità che abbiamo di salvaguardare la vita, la salute, la nostra stessa esistenza umana. Per questo, anche io, come vescovo di questa bella realtà molisana, mi sento in dovere di garantire la mia vicinanza morale e spirituale a quanti si sono fatti carico con la loro vita (e la loro salute) di un problema che non è ancora risolto e si aggrava ogni giorno di più. Non posso rimanere insensibile di fronte alle sempre nuove minacce che si presentano nel corso di questa esistenza, già provata duramente da problemi sociali, economici e di lavoro. Non posso far finta di nulla e tacere il bisogno di salvaguardare la qualità della vita insieme alla vita stessa: è questa che rende la nostra esistenza ricca di prospettive per il futuro, non solo per noi ma anche per le generazioni a venire. Mi appello, quindi, come rappresentante della Chiesa locale di Isernia- Venafro, a quanti detengono la responsabilità della Cosa Pubblica, perché scongiurino questo ulteriore pericolo e danno che si sta perpetuando contro la popolazione locale e verso il nostro territorio. Si ponga un termine al perseguirsi ignobile di fini egoistici e meramente speculativi, che vogliono asservire la natura alle esigenze economiche, fino allo sfruttamento irrazionale del territorio con la sola motivazione del profitto, e, chiaramente, a scapito della salute della persona e della sua dignità».
Perciò, Cibotti fa sapere che assicura «tutta la mia solidarietà a quanti parteciperanno all’assemblea pubblica del 7 dicembre 2019, che si svolgerà presso Piazza Unità d’Italia, a Vairano Scalo. Mi sento uno di loro, perché sono pienamente dalla loro parte, dal momento che condivido le ragioni dell’iniziativa. Confidando nel senso di responsabilità e nelle reali capacità di quanti avranno la bontà di leggermi e l’autorità per compiere il bene a favore di questo popolo, benedico tutti con l’auspicio che il Santo Natale porti, ancora, una possibilità di vita nuova, in cui nulla viene anteposto alla persona: quel Bambino Gesù è ancora carne attraverso la nostra carne. Nonostante la delicata situazione, desidero cogliere l’opportunità che questa circostanza mi offre per augurare a tutti che quel Dio che non ha disdegnato di farsi uomo per salvarci conceda un anno nuovo ricco di pace e serenità a ciascuno, ed in particolare a tutte le famiglie».

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