La notizia si è appresa solo ieri, ma la scoperta risalirebbe ad alcuni giorni fa. Si tratta del ritrovamento di due tombe “alla cappuccina” e tanta ceramica antica nella zona del centro storico di Venafro, in via Acquedotto. Durante degli scavi, in una zona ai limiti della campagna, fortuitamente due tombe risalenti al periodo della Colonia Romana di Venafrum. L’inaspettato rinvenimento è stato immediatamente comunicato alla locale Soprintendenza. Ricordiamo comunque che la città conserva un teatro ed un anfiteatro, resti di case private romane e statue tra le più belle nel centro Italia tenute presso il Museo archeologico nazionale. In particolare, ha destato sospetti quella fila di coppi poggiati su file di embrici tenuti in posizione da un bordo di pietre e chiusa su uno dei fronti dalla lapide. Le tombe “alla cappuccina” sono presenti in discreto numero nelle aree di scavo. Questo tipo di tomba è stato utilizzato sia per la sepoltura di inumati che di incinerati. In quest’ultimo caso, come si apprende dal Consiglio nazionale delle ricerche, “il corpo del defunto era per lo più deposto su una lettiga di legno di cui si sono trovati i resti carbonizzati, poggiata direttamente sul terreno, direttamente sul terreno, e veniva combusto in loco. Successivamente i resti cremati, che talvolta si trovano nella posizione originaria, ma possono anche essere raccolti in un angolo, venivano coperti da tegole poste a spiovente, sia lateralmente che alle estremità. Il tutto doveva poi essere ricoperto di terra. Il numero delle tegole variava ovviamente a seconda della statura dell’individuo”.

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