Doveva essere il concerto della rinascita, della rivincita, della ripartenza. E così è stato. Anzi, di più.
Probabilmente nemmeno il comitato feste – presieduto dall’architetto Luigi Viscione e formato da validissime e validissimi volontari –, che ha puntato tutto sui The Kolors, prevedeva tale afflusso di pubblico.
Piazza Falcone e Borsellino si è riempita all’inverosimile, facendo registrare il record di presenze delle ultime edizioni della serata di punta organizzata in occasione delle celebrazioni dei santi martiri Nicandro Marciano e Daria.
Decine, centinaia le condivisioni sui social di foto e video. Numerosissime le dirette Facebook, già durante le prove del pomeriggio. Gli stessi giovani componenti della band hanno approfittato per un selfie che sta raccogliendo migliaia di like.
Un pubblico festoso e con la prevedibile voglia di ritorno alla normalità ha accompagnato la lunghissima esibizione dei The Kolors cantando, urlando, applaudendo, in un tripudio di suoni, ritmo e colori.
I concerti (ieri sera si è esibita l’Orchestra Italiana fondata da Renzo Arbore) si stanno alternando con i riti religiosi a cui il popolo venafrano partecipa sempre con trasporto e grande devozione.
Ieri mattina numerosissime le presenze al sommo pontificale presieduto dal vescovo Cibotti; alla processione di statue e simulacri dei santi martiri in programma questa sera è previsto un afflusso senza precedenti.
Da segnalare anche la presenza della santa manna, un liquido misterioso a cui i fedeli di Venafro attribuiscono doti miracolose. Sotto l’altare maggiore della basilica è ubicato il sarcofago di San Nicandro, dal quale, in particolare nei giorni di festa, affiora questo speciale liquido che, per chi è credente, è il segno tangibile che san Nicandro, Marciano e Daria stanno proteggendo la città e i suoi abitanti.
A proposito di processione, a Venafro – altro particolare degno di nota – per portare a spalla statue e simulacri si paga. Ma non si tratta di un obolo antipatico, tutt’altro. È una sorta di competizione a chi offre di più. Il rito – tradizionalmente chiamato ammessa – si tiene davanti alla basilica prima dell’inizio del lungo corteo. Si formano diverse squadre ognuna delle quali compete, con offerte al rialzo, per aggiudicarsi la statua, il simulacro, l’incensiere, lo stendardo. Per ognuno dei “pezzi” messi all’asta si procede con un’offerta che sistematicamente viene rilanciata fino all’aggiudicazione.
E non si tratta di un fatto simbolico, assolutamente. Per aggiudicarsi la statua di San Nicandro – che rappresenta il pezzo più quotato dell’ammessa – occorrono diverse migliaia di euro, che chi vice la sana competizione paga volentieri e con grande orgoglio.
Va detto, inoltre, che a chiunque viene concessa la possibilità, durante il percorso, di portare la statua. Anche e soprattutto a chi non partecipa all’ammessa perché non dispone delle somme necessarie (a chi non ha la possibilità di pagare, per intenderci).
I fondi raccolti contribuiscono alla buona riuscita della festa.

ppm

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