«Noi abbiamo fatto quello che non hanno fatto in passato. Abbiamo finanziato questo studio epidemiologico trovando le risorse. Abbiamo finanziato l’Arpa Molise per l’acquisto delle nuove centrali mobili da posizionare tra Venafro, Sesto Campano, Montaquila, Pozzilli. Sul Registro dei tumori posso dire che abbiamo deliberato in giunta per l’aggiornamento dei dati. Io sono qui da 4 anni, chi è stato prima di me ha precise responsabilità». Il presidente della giunta regionale Donato Toma alla presentazione dello “Studio di corte residenziale basato sulla ricostruzione del profilo di mortalità e morbosità in associazione con rischi ambientali”, presentato lo scorso mercoledì dai ricercatori del Cnr di Pisa, ha rivendicato le cose fatte sotto il suo governo e rispondendo anche a chi chiedeva strumenti di rilevazione anche per la presenza di diossina nella piana di Venafro:«Prendo qui l’impegno, di provvedere a dare precise indicazioni per fornire quest’area anche di idonea strumentazione per la rivelazione della presenza di diossina».
I cittadini presenti alla presentazione dello studio epidemiologico hanno preso appunti, pronti a verificare se il governatore del Molise manterrà fede alla parola data.
Due le domande che sono state rilanciate al cospetto dei ricercatori del Cnr di Pisa: a cosa servirà e a chi servirà lo studio epidemiologico appena pubblicato? Lo hanno chiarito gli scienziati, lo ha chiarito il sindaco di Venafro Alfredo Ricci: «È solo un punto di partenza e non certamente un punto di arrivo. Lo studio che abbiamo fortemente voluto come amministrazione comunale, spinti dalle associazioni e, in modo particolare, dalle Mamme per la Salute, deve servire a tutti noi, perché siamo tutti sulla stessa barca. E solo questa unione di intenti può portare a dei risultati, come il risultato ottenuto del finanziamento regionale per questo studio e per questo vorrei ringraziare il presidente Donato Toma che, quando gli prospettai questa iniziativa, prese l’impegno di trovare le risorse e ha mantenuto quella promessa. Dobbiamo fare tesoro di tutte le raccomandazioni indicate nello studio dai ricercatori del Cnr, dobbiamo non autorizzare nuovi impianti in questa area già compromessa, dobbiamo monitorare costantemente gli inceneritori presenti nella nostra area e chiedere la collaborazione delle regioni limitrofe perché poco distante da noi c’è il termovalorizzatore di San Vittore e a Presenzano sta per entrare in funzione la turbogas che ci ha visti tutti impegnati ma alla fine non siamo stati ascoltati da parte di chi ci governa a livello nazionale».
Lo studio servirà se si continuerà sulla strada aperta dai ricercatori, soprattutto per arrivare a definire le cause che determinano l’inquinamento dell’aria soprattutto per quanto riguarda il pm 2.5 che è presente nella valle di Venafro con percentuali preoccupanti.
Non sono mancate le polemiche nemmeno in questa occasione, con dei rilievi fatti dalle associazioni presenti anche alla metodologia utilizzata dai ricercatori. Tanti cittadini sono intervenuti per porre domande e non sempre hanno ricevuto le dovute risposte. Risposte che potrebbero arrivare se chi governa a tutti i livelli, concretizzerà, con atti deliberativi, i punti fissati nelle conclusioni dagli scienziati. Quali sono questi punti? Quali i messaggi da “portare a casa”? È presto detto. Area a meteorologia complessa: necessità di una stazione meteorologica in luogo aperto; perseguire già da ora politiche ambientali che mirino alla riduzione delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici in modo da ridurre l’onere sanitario derivante dall’esposizione all’inquinamento atmosferico; studio di coorte utilizzando come indicatore di salute il Registro tumori: «A tal fine è necessaria l’implementazione di tale registro fino all’ottenimento di un adeguato numero di anni in modo da consentire analisi di associazione di rischio tra inquinanti presenti nel territorio e insorgenza di patologie tumorali».

Marco Fusco

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