È stato accolto con tutti gli onori padre Patriciello, il parroco di Caivano, a Venafro: studenti, docenti, personale Ata, le massime autorità civili e militari di Venafro e del Molise hanno assistito alla bella lezione di vita rivolta ai giovani studenti.
Le sue parole hanno subito conquistato i ragazzi, veri protagonisti della giornata. In apertura il messaggio giunto dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale del Molise Anna Paola Sabatini: «Ringrazio tutti voi – le parole di Anna Paola Sabatini – per l’organizzazione di questo importante evento e ringrazio, in particolare, padre Maurizio Patriciello per la sua disponibilità e per aver accolto l’invito a partecipare all’iniziativa di oggi. La sua è una testimonianza preziosa di come ognuno di noi possa fare la differenza per attuare cambiamenti positivi nel mondo che ci circonda grazie alla volontà, alla ragione, alla passione, alla forza del nostro cuore e delle nostre idee. Il potere di cambiare il mondo in meglio, cari studenti, è dentro ognuno di voi e il processo di istruzione e formazione che state percorrendo è uno strumento in più nelle vostre mani. L’insegnamento della legalità costituisce una delle frontiere educative più importanti e ha l’obiettivo principale di creare un circolo virtuoso fra i giovani cittadini e le istituzioni per incentivare l’assunzione di responsabilità del singolo verso la collettività. E l’iniziativa di oggi va proprio ad arricchire questo percorso. A nome mio e della nostra intera Comunità scolastica regionale ringrazio tutti per l’organizzazione di questo evento».
Si è entrati, poi, subito nel vivo del dibattito tra i giovani studenti e padre Patriciello, con la “lettera aperta” del presidente del comitato studentesco Giulio Romanelli che ha posto interessanti spunti di riflessione per l’ospite d’onore, parroco nella terra dei fuochi, divenuto celebre per la sua lotta alla mafia e il suo interesse a tematiche sociali vicine ai giovani.
A fare gli onori di casa il dirigente scolastico Marcellino D’Ambrosa che ha voluto ringraziare padre Patriciello per aver accolto l’invito del “Giordano” e in particolare degli studenti che in questo momento «hanno bisogno di testimonianze come quella di padre Patriciello – ha detto tra l’altro il preside D’Ambrosa – che con la propria vita e la propria missione comunica il vero senso della vita».
A moderare il dibattito il vice preside Marco Fusco che ha presentato il parroco inquadrando anche il senso della giornata. A prendere poi la parola il Cavaliere della Repubblica e “Mamma coraggio del Molise” Palmina Giannini amica di cuore di padre Patriciello che nel suo saluto ha voluto sensibilizzare i ragazzi sulle malattie rare, raccontando della sua personale esperienza che l’ha portata ad avvicinarsi a Dio, alla chiesa cattolica e a conoscere la personalità di padre Maurizio Patriciello. Quest’ultimo è poi intervenuto sedendo tra gli studenti e ricordando la tragedia dei 6 ragazzi di Roma, per far riflettere sulla fragilità e fugacità della vita.
Il tempo, infatti, viene considerato “carogna”, perché testuali parole: «La vita è un dono, si vive una volta sola e non ci sarà la nostra rivincita».
Il vero compito e dovere degli adulti, è quello di mostrare alla gioventù la via del bene e le scelte giuste perché ogni persona ha come proprio fine la felicità. A tal proposito il parroco ha riportato l’esempio di Biagio Conte e di Matteo Messina Denaro, entrambi palermitani, arrivati alla loro felicità in maniera diversa. Conte Biagio si è spogliato di tutto ciò che aveva per dedicarsi agli altri e per aiutare i più poveri. Matteo Messina Denaro ha trascorso tutta la sua vita al servizio della violenza per affermare il suo potere. Secondo Don Maurizio Patriciello un mafioso è per primo uno “stupido” e dopo è un criminale e un assassino, perché solo un uomo così può abbassarsi a servire l’aggressività ed è un egoista perché non pensa alla sua famiglia e ai suoi amici. La vera felicità risiede non nel possedere ma nel donare e nell’amare gli altri come si ama sé stessi.
Il parroco ha ricordato poi la frase di Agostino: “Ama e fai quel che vuoi, perché chi ama non fa male a nessuno”.
Ha infine concluso il tutto con l’immagine della vita come «una scala dove non si vede né il primo e né l’ultimo gradino». I mafiosi sono coloro che decidono infatti di scendere le scale e dare adito e appoggio alle mafie. Tutta la società deve essere partecipe a cercare di combattere la mafia. La scelta è solo nostra. Dobbiamo vivere secondo la libertà di agire senza danneggiare gli altri.
Al termine dell’incontro padre Patriciello ha voluto consegnare a tutti i ragazzi un messaggio finale: «Ricordatevi una cosa: Il cuore delle persone non cambia mai. Ragazzi, avete bisogno di amare e di essere amati. Fatevi aiutare ad essere aiutati perché la vita è una, bella, irripetibile ed è vostra. Dite sempre sì alla vita, sappiate sempre scegliere da che parte stare: imitate chi aiuta gli altri, non imitate chi è sempre dalla parte dei ricchi».
Subito dopo l’incontro, sulla sua pagina di facebook, Padre Patriciello ha commentato così la sua giornata trascorsa al “Giordano” di Venafro: «Bellissima mattinata trascorsa con i giovani studenti dell’Istituto Antonio Giordano di Venafro. Grazie, ragazzi. Il Signore benedica le vostre vite, le vostre famiglie, le vostre scelte».
Grazie a lei padre Patriciello, per aver regalato ai giovani studenti venafrani una bella “lezione di vita”.

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