«Pace e bene! In seguito alla lettera circolare del nostro ministro provinciale, vorrei informarvi che il convento di Venafro sarà chiuso prima della fine del mese di agosto 2023. Il santuario dei Martiri di Venafro sarà servito sempre dai frati cappuccini ma dal convento di Isernia. Frate Antonio Losapio è stato nominato il rettore del santuario e frate Jossy Fernandes, il vicerettore. Il guardiano del convento di Isernia sarà il responsabile anche del convento di Venafro. Infatti, a partire da oggi, lui ha già preso la carica del guardiano anche del convento di Venafro. Inoltre, vorrei comunicarvi che sono stato trasferito al convento di Isernia come membro. Colgo l’occasione per ringraziarvi con tutto il cuore per la vostra amicizia e l’appoggio e la collaborazione durante questi ultimi tre anni. Arrivederci!». Ora c’è anche l’ufficialità: l’Ordine provinciale dei cappuccini ha deciso di accorpare il Convento di San Nicandro al Convento di Isernia. A comunicarlo con un post l’attuale guardiano del sito venafrano Frate Jossy Fernandes. Un taglio che non è stato accolto bene a Venafro. Cominciano, infatti, a muoversi le prime critiche verso chi non si è opposto in alcun modo per evitare la chiusura del Convento cittadino. «Nessuno ha mosso un dito – dichiarano i fedeli devoti ai Santi Martiri e al loro luogo benedetto per antonomasia -. Scommettete che ora che i buoi sono scappati dalla stalla qualcuno si ricorderà di chiudere la porta? Il sindaco, il vescovo perché non sono intervenuti? La notizia non è affatto un fulmine a ciel sereno. Si sapeva da tempo e anche il vescovo era stato informato sulla possibile chiusura del nostro Convento. Non sarà più come prima, con i frati che devono venire da Isernia a garantire le funzioni religiose. A garantire tutte le attività che portavamo avanti come catechesi e come iniziative in favore delle persone in difficoltà. La nostra parrocchia è il Convento di San Nicandro e forse questo è il motivo per il quale nessuno ha mosso un dito? Siamo veramente amareggiati da tutta questa vicenda. Siamo amareggiati per chi poteva intervenire e non è intervenuto. Dispiace veramente – concludono i fedeli – vedere come ci stanno ‘scippando’ tutto e che nessuno faccia niente».
Intanto si apprende che tanti venafrani sarebbero pronti a una manifestazione di protesta per questa operazione portata avanti dall’alto, senza interpellare la base. È bene ricordare che il locale Convento francescano è un punto di riferimento a Venafro, un luogo dove tantissimi devoti prestano importanti opere di volontariato in favore della comunità. Per non parlare della catechesi che viene svolta per bambini, giovani e adulti. «Nessuno può cancellare anni di storia con un colpo di spugna – affermano ancora alcuni devoti del Convento -. Chiediamo al nostro vescovo di non consentire di scrivere una brutta pagina per la storia di Venafro. Noi siamo pronti a ogni forma di protesta. Auspichiamo che alla fine prevalga il buon senso e la ragionevolezza. I Frati Cappuccini da noi sono i custodi fedeli del Sepolcro di San Nicandro nella cripta del Convento. Speriamo che l’Ordine provinciale ritorni sui propri passi, per il bene della nostra comunità». Una notizia dirompente, quella appresa dal guardiano del Convento di Venafro, che sta scuotendo le coscienze in città. Non è piaciuta affatto l’indifferenza delle Istituzioni, sia civili che religiose. Naturalmente si attendono le reazioni e anche le repliche di chi è stato pesantemente chiamato in causa. Primo Piano è pronto a dare spazio a tutti. Rimane la delusione del popolo venafrano per una decisione calata dall’alto.
Sul caso sono intervenuti anche i consiglieri comunali del gruppo “Vivere Venafro”, Luigi Viscione e Michele Pontone, unitamente ai consiglieri comunali del gruppo “Oggi Venafro”, Enzo Bianchi e Carmen Mancone, i quali hanno chiesto la convocazione d’urgenza del Consiglio comunale monotematico per discutere della chiusura del Convento, chiedendo inoltre di svolgere la seduta «in un ambiente sufficientemente grande da consentire la più ampia partecipazione della cittadinanza». M.F.

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