Sembrava tutto rientrato dopo l’incontro avuto la settimana scorsa a Palazzo Cimorelli tra una folta rappresentanza della popolazione di Ceppagna e una parte dell’amministrazione comunale (presenti solo il sindaco Sorbo, gli assessori Ricci, Tommasone e Potena), per affrontare la vicenda relativa all’arrivo dei migranti, con l’attivazione dello Sprar, in uno stabile della frazione di Venafro.
In quella riunione il sindaco Sorbo aveva garantito che a Ceppagna sarebbero stati sei i migranti all’interno dell’unico immobile indicato dalle cooperative che hanno vinto l’appalto da 7 milioni di euro. Ma oggi il comitato che si è costituito ad hoc a Ceppagna, ritorna alla carica. Parlano di «voci insistenti sull’arrivo in paese di diversi extracomunitari».
I cittadini sottolineano che a Ceppagna tutto vanno via, oramai i residenti non sono più di 600. Un contesto desolante, dove chiudono le attività e chi può vende e va via. «A Ceppagna – scrive il comitato – non ci sono bar, generi alimentari, farmacie, un punto infermieristico, un centro ricreativo, un plesso scolastico o un sistema di trasporto pubblico che consenta spostamenti giornalieri ai residenti». Insomma Ceppagna, una volta popolosa frazione di Venafro, sta conoscendo un lento ma inarrestabile declino che non facilita affatto l’inserimento di migranti
Questa in sostanza la posizione del comitato di protesta. «Ciò che è rimasto – continua il comitato – è un ufficio postale ed un centro storico completamente spopolato. Situazione questa che non solo ha comportato la migrazione di molti residenti in altri centri e Nazioni ed i pochi rimasti a trovare occupazione fuori comune ma che contrasta enormemente con le finalità primarie dello Sprar. Con tale sistema, infatti, il Comune non deve limitarsi ad assicurare la distribuzione di vitto ed alloggio ma deve prevedere anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza ed orientamento, finalizzati all’inserimento socio-economico dei soggetti richiedenti. Ci si chiede- insistono dal comitato- quindi come si possano inserire gli immigrati in un tessuto sociale già di per sé critico. Ed è proprio per questo che Ceppagna ritiene di non poter (“poter” scritto in maiuscolo nel comunicato, ndr) accogliere i migranti, non avrebbe nulla da poter offrire loro».
Insomma non è questione di numeri come ribadiscono dal Comitato, ma una situazione generale di mancanza delle condizioni minime per poter garantire un livello dignitoso di accoglienza per i richiedenti asilo. Ed ecco la richiesta finale del Comitato di Ceppagna: «In virtù di quanto detto il popolo di Ceppagna non solo ha indetto una petizione ma sta chiedendo, mediante una lettera già protocollata al Comune, un incontro urgente con tutta l’amministrazione». Questo anche perché si sussurra che parte della maggioranza Sorbo non ha condiviso fin dall’inizio il percorso che ha portato all’accordo tra Comune e Prefettura di Isernia per l’attivazione dello Sprar a Venafro.
Marco Fusco

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