Non si placano le polemiche e il dibattito sull’inquinamento della Piana di Venafro. Adesso è il Pd locale, con il segretario Giuseppe Notte, a prendersela con il sindaco Alfredo Ricci.
«Lo scaricabarile è un gioco semplice e molto amato dai nostri amministratori locali. Peccato non sia una disciplina olimpica, perché avremmo serie possibilità di arrivare a medaglia. Ieri (l’altroieri, ndr) il sindaco Ricci, ancora una volta, ha dato prova di essere un grande interprete di questo gioco. In riferimento alla questione ambientale, tornata in prima pagina dopo la risposta del ministro Costa all’interrogazione dell’onorevole Testamento, secondo il nostro primo cittadino, nonché presidente della provincia di Isernia, il Ministero dell’Ambiente deve fare di più».
Ma, «andiamo per gradi e cerchiamo di fare chiarezza su questa annosa vicenda che, a parole (per non dire a chiacchiere), sta a cuore a tutti i nostri amministratori. Il ministro Costa, nella sua relazione, ha chiaramente detto che, in base ai dati forniti dagli enti preposti (dati scientifici), non si può parlare di emergenza ambientale per la Piana di Venafro. Poi, in un breve video apparso sul profilo Facebook dell’onorevole Testamento, lo stesso ministro parla di “aggressione ambientale” del nostro territorio, anticipando un intervento dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ma allo stesso tempo ha sollecitato la Regione Molise a fare di più. Uno degli strumenti principali per monitorare gli effetti dell’inquinamento in una determinata area geografica è il registro dei tumori, che compete alla Regione. Questo strumento è indispensabile anche per lo studio epidemiologico, commissionato dalla regione stessa all’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa. Ad inizio novembre 2018 il presidente Toma, assai caro al nostro sindaco Ricci che non perde occasione per elogiarne l’operato (?), annunciava che era imminente l’operatività di tale importante strumento».
Eppure, sottolinea Notte, «a distanza di quasi due anni, non se ne è saputo più niente e ad oggi la nostra regione è una della poche in Italia a non avere un registro dei tumori, senza il quale è impossibile certificare l’incidenza dell’inquinamento ambientale sulla salute dei cittadini. Il ministro Costa, nella sua relazione scritta, ha anche sollevato dei dubbi sull’operato dell’unico ente regionale preposto al controllo ed al monitoraggio della qualità dell’aria, l’Arpa Molise. Sappiamo tutti che l’ente in questione avrebbe bisogno di un piano di riorganizzazione. Sarebbe opportuno sollecitare un ammodernamento delle strumentazioni in dotazione all’Arpa Molise».
Poi, «per quanto concerne il torrente Rava, sono anni che si parla di schiuma (spesso visibile), di acque torbide, ma perché nessun amministratore, anche del recente passato, ha avuto la “brillante idea” di procedere in autonomia ad una campionatura dell’acqua del torrente? Con una spesa di poco inferiore ai 1.000 euro, si può analizzare dettagliatamente un campione di acqua e risolvere una volte per tutte il mistero. Non è necessario aspettare i tempi biblici dell’Arpa Molise. Esistono laboratori privati che con modernissimi macchinari possono effettuare l’esame dell’aria con la caratterizzazione delle particelle (Pm10, Pm 2,5, Pm 1, Uf – particelle ultrafini), in modo da capirne anche la provenienza. Dovrebbe farlo l’Arpa, ma fino a quando possiamo ancora aspettare? Ovviamente questo ha un costo, non impossibile, che un’amministrazione virtuosa può tranquillamente affrontare. Ricordiamo che nel dicembre 2019 il Comune di Venafro ha speso 25.000 euro per gli eventi natalizi. Per un anno, probabilmente, ogni cittadino sarebbe disposto a rinunciare a qualche momento ludico per capire veramente che aria si respira a Venafro».
Insomma, secondo il Pd, «continuare ad elogiare l’immobilismo della Regione, può essere utile solo per un tornaconto personale, ma di certo non porterà, in breve tempo, a capire se il nostro territorio è in grado di sopportare le emissioni derivanti da opifici che insistono sì in altri comuni, ma che si riversano anche e soprattutto nell’aria che respiriamo. Da tutto questo dibattito è completamente assente l’assessore all’Ambiente (Dario Ottaviano, ndr) del Comune di Venafro…».

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