Un lunghissimo intervento per fare chiarezza e per rimettere ordine sul tema inquinamento a Venafro da chi ha vissuto da “dentro”, e da sempre, il problema: l’altra sera Antonio Sorbo ha dunque esordito nelle dirette Facebook approfittando dello spazio messo a disposizione da “Zr web tv”. Quasi un’ora di cronistoria, dettagliata e documentata. Senza ‘pavoneggiamenti’ né ‘secondi fini’. L’ex sindaco di Venafro ha subito sgombrato il campo: non ho alcuna velleità politica né intenzione di future candidature. Insomma, Sorbo ha parlato da «persona informata dei fatti: da molti anni me ne occupo». Almeno dagli anni ‘80, da quando con altri amici contribuì a fondare la sezione Wwf in città. Quindi, nel Duemila “la” battaglia. Vinta. Contro la turbogas che quacuno voleva far atterrare a Venafro. Sorbo ha lottato per l’ambiente per anni nelle istituzioni, da sindaco e consigliere provinciale, ed ora ancora insieme a Città Nuova. La sua è stata dunque una versione dei fatti imparziale, senza finalità politiche, da parte di chi ha firmato in prima persona esposti in Procura, pure perché «la difesa dell’ambiente e della salute non ha colore».
L’ex sindaco di Venafro ha subito chiarito come «le critiche rivolte a Costa sono dolcetti rispetto alle critiche fatte in passato a Galletti, quando ero sindaco di Venafro». Inutile girarci intorno, il casus belli è stata l’”uscita” del ministro dell’Ambiente in diretta durante “l’Italia riparte” del M5S con l’affermazione che la Piana di Venfro è oggettivamente al centro di una «aggressione ambientale» dopo che però nella risposta (depositata alla Camera il 21 maggio 2020) ad una interrogazione parlamentare (del 2018) aveva sostanzialmente messo nero su bianco che la situazione non destava preoccupazioni. A seguito della “difesa d’ufficio” da parte della Testamento, Sorbo ha rimesso in ordine le cose. Dunque, l’ex sindaco ha fatto sapere che a suo personale avviso Costa «non sta facendo il suo dovere» da ministro. Insomma, neanche a Sorbo è andato giù il fatto che il 3 luglio scorso Costa abbia scoperto l’acqua calda, e cioè che la Piana vive una emergenza. Al Ministero la situazione la conoscono almeno dal 2014, ha evidenziato il cittanovista.
«Da due anni è ministro, non è ammissibile che si sia svegliato dopo due anni, mi sarei aspettato piuttosto qualche azione. Quando è stato scelto veniva spacciato come il Superman dell’ambiente. C’erano grandi aspettative… ma non mi sembra che ci siano grandi differenze con il passato, anche se spero di sbagliarmi».
In altre parole, solo ora il ministro ha preso l’impegno di impiegare l’Ispra, ma si tratta di un impegno «non molto originale, già nel 2017 il suo predecessore Galletti disse la stessa cosa, senza poi esito. Costa avrebbe potuto seguire l’impegno preso e agire». Invece, “oggettivamente” non lo ha fatto.
Quindi Sorbo nei 51 minuti di intervento ha delineato il contesto in cui si trova Venafro, e cioé «al centro tra impianti insalubri così come classificati dalla legge: Hera a Pozzilli, Colacem a Sesto Campano, l’inceneritore a San Vittore del Lazio e tra poco pure la turbogas a Presenzano. Anche qui – ha attaccato Sorbo – non mi è sembrato molto efficace il ministro…». Inoltre ha ricordato come nella Piana «scorra una delle strade più trafficate d’Italia: la Statale 85 Venafrana dove nell’85 circolavano secondo Anas 15mila autoveicoli al giorno». In altre parole, «la situazione qui non è piacevole, per usare un eufemismo. Siamo arci sicuri che il territorio sia inquinato».
E non bastassero i malati e i morti, dal 2006 la difficile situazione è stata certificata dalla qualità dell’aria non proprio ottima considerati gli sforamenti di Pm 10 e di biossido di azoto… Dunque, «a Costa sarebbe bastato guardare questi dati per capire che c’era una aggressione oggettiva all’ambiente».
Documenti alla mano Sorbo ha rimarcato poi come per le polveri sottili si registrino superamenti del limite massimo: 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015; quindi situazione tranquilla nel 2016, 2017 e 2018 e di nuovo superamento nel 2019.
Anche sulle centraline Sorbo ha avuto da ridire sul Ministero dell’Ambiente ricordando come nel 2016 la Regione deliberò l’eliminazione di quella più “sensibile” di via Colonia Giulia: il Comune fece ricorso e il Consiglio di Stato, dopo il fondamentale parere chiesto al Ministero dell’Ambiente in epoca Sergio Costa, ha fatto sapere che può essere dismessa. Tra un passaggio e l’altro, l’ex sindaco ha pure espresso solidarietà a Primo Piano Molise che «su queste battaglie è sempre molto attento e che ha ricevuto attacchi spropositati solo per aver detto una verità».
Oltre a Pm 10 e biossido di azoto, Sorbo ha pure richiamato alla memoria la diossina trovata nel 2011/2012 in campioni alimentari e nel latte materno: «Poi mi risulta che le diossine non siano state più cercate con attenzione, ma esistono. Ciò che accaduto nel 2011/2012 ha paragoni solo nella Terra dei Fuochi». Su queste e altre battaglie ha quindi elogiato l’operato delle Mamme per la salute. Restando al 2011 la Regione adottò una legge ad hoc per l’emergenza ambientale e sanitaria nella Piana che «quindi era già chiaro che fosse al centro di una aggressione ambientale». La cronistoria passa poi al 2012, quando l’allora ministro Clini diffidò la Regione per inadempienze in materia di tutela dell’ambiente minacciando i poteri sostitutivi perchè non tutto era stato fatto. «Molti non lo sanno, forse anche chi frequenta il Parlamento in quesi tempi, ma il ministro può esercitare i poteri sostitutivi…». Sorbo ha altresì riportato alla mente come negli anni scorsi l’Italia sia finita al centro di procedure di infrazione europee per gli sformenti di Pm10 e biossido di azoto. Tra le regioni nel mirino pure il Molise: esclusivamente per la situazione nella Piana di Venafro. Ciò «il ministro dell’Ambiente lo sa».
Preoccupanti poi pure i dati sanitari. I pochissimi a disposizione parlano di eccessi di alcune patologie rispetto a medie regionali e nazionali. «Oggi stiamo ancora aspettando che inizi a dare dati il Registro dei tumori». Un quadro dunque chiarissimo e grave, una emergenza certificata da anni e pertanto «non si può “cascare oggi dal pero”». Nel suo lunghissimo e accalorato intervento Sorbo ha citato altre decine di documenti e situazioni, tra cui l’incontro al Ministero con l’allora titolare Galletti. A Roma, di consegenza, la condizione in cui versa la Piana deve per forza essere nota. «Adesso, a distanza di 3 anni da quell’incontro e dall’impegno di Galletti ad attivare l’Ispra, Costa promette la stessa cosa per cui si era impegnato il suo predecessore… Sembra il gioco dell’oca… Io intanto sto contando i giorni, metterò sul mio profilo Facebook la sua foto con i giorni trascorsi senza risultati. Spero che non serva, e che tra 15 giorni venga effettivamente attivata l’Ispra in accordo con la Regione».
Tra le cose fatte e non fatte, poi, dalla Regione, l’ex sindaco ha reinoltrato l’elenco delle richieste: «Chiediamo centralina fissa per Pm 2,5 e Pm 0,1» più tante altre sostanze; «dismissione degli impianti di incenerimento; riduzione del traffico,che è un problema solo in parte ma che risolve anche tante altre questioni; bretella di Ceppagna; legge sull’effetto cumulo; monitoraggio delle sostanze al suolo; verifica su impatto salute pubblica».
Quindi, «al governo abbiamo chiesto in passato e ribadiamo: modificare Sblocca Italia, che ha inserito l’inceneritore quale sito di interesse strategico… Il M5S aveva promesso modifiche ma ancora non c’è nulla! Chiediamo poi una funzione di coordinamento e vigilanza sulla Regione e la veririca se sussitono ancora i presupposti per l’esercizio dei poteri sostitutivi del 2012; infine, risorse per la bretella di Ceppagna. Poi, chiediamo l’impiego dell’Ispra, ma da anni e non da un anno come fatto da altri…».
Inoltre, occorre «sospendere, e Costa lo può fare, l’autorizzazione per la turbogas che nessuno vuole. Bisogna adottare provvedimenti sulla scorta del principio di precauzione. Chiedo a Costa anche di rivedere il parere sulla centralina di via Colonia Giulia». Detto che anche la Regione, al di là del finanziamento dello studio epidemiologico, ha secondo Sorbo «gravi responsabilità», l’ex sindaco ha chiosato: «Costa è un dogma per i 5 Stelle, anche se oggi come oggi è imbarazzante come ministro dell’Ambiente».

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