Un malore del genere, un arresto cardiaco a soli 11 anni non si spiega senza patologie pregresse o senza episodi già avvenuti – in forma anche lieve – in passato. O senza che nessuno in famiglia abbia palesato fenomeni simili.
Su questo ora vogliono ‘indagare’ i medici del “Santobono” che hanno in cura il bambino di Venafro arrivato in condizioni disperate prima presso l’ospedale di Isernia e poi presso quello di Napoli dove si trova tuttora ricoverato in Rianimazione. Il ragazzino è sedato. I sanitari stanno studiando il da farsi. La prognosi resta dunque riservata. I primi esami strumentali, tuttavia, starebbero restituendo un quadro clinico che induce all’ottimismo anche se la cautela è ovviamente massima considerata la delicatezza e gravità della situazione. Il “Santobono” ha deciso di proseguire ancora la terapia assegnata al “Veneziale”.
Venafro, intanto, prega per lui. Sui social tanti cittadini si stanno dando appuntamento per rivolgere una preghiera affinché l’11enne possa tornare presto a riabbracciare i genitori e tornare a giocare con i propri compagni e amici.
A tal proposito, ieri dalla pagina ufficiale della società sportiva locale presso cui è iscritto il bambino è stato lanciato un toccante messaggio: «Questo momento sarà solo un brutto ricordo. Ti aspettiamo chiacchierone».
La città di Venafro resta dunque in apprensione per le sorti del ragazzo che l’altroieri mattina ha avuto un malore. In regione si sono registrate polemiche per l’assenza del servizio di elisoccorso che avrebbe accorciato ancor più i tempi dei soccorsi che sono stati comunque rapidissimi considerata la situazione. Un ruolo fondamentale, oltre al lavoro dell’equipe del 118 e dell’associazione di volontariato intervenuta nonché dei sanitari dell’ospedale di Isernia, lo ha avuto anche la Polizia Stradale che ha “scortato” l’ambulanza.

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