Il primo settembre è arrivato ma le tante novità annunciate dal piano operativo Asrem, presentato al sindaco di Venafro, ai responsabili del Comitato “Ss. Rosario” e al consigliere regionale Vittorio Nola, si sono trasformate, ancora una volta, in tante promesse non mantenute. Ne sono convinti i residenti del quartiere dove sorge l’ospedale Santissimo Rosario di Venafro che si sono rivolti al loro parroco, don Salvatore Rinaldi, per esternare tutta la loro indignazione per quanto sta accadendo in città per la sanità pubblica messa sotto ai piedi.
«Siamo stufi, non ci fidiamo più dei politici- dichiara un gruppo di cittadini- in coloro che ci rappresentano ai vari livelli istituzionali. Ci hanno detto che il nostro ospedale sarebbe stato potenziato. Articoli e servizi in televisione per parlare di incontri con la Asrem e che ci sarebbe stato un potenziamento dei servizi. Nulla di tutto questo. Oggi andare al Santissimo Rosario significa vedere uno spettacolo di rassegnazione, di personale che vive senza avere una guida, ognuno si sente libero di fare quello che vuole. E così scarseggiano infermieri e portantini nei pochi reparti aperti. Tutto questo avviene tutti i giorni sotto gli occhi di tutti. Ci rivolgiamo al nostro parroco don Salvatore perché intervenga e faccia sentire forte la sua voce di protesta che è la voce di protesta di un popolo, quello venafrano, continuamente preso in giro sulla questione dell’ospedale».
Tanta la rabbia dei cittadini a Venafro che non vedono futuro per il nosocomio cittadino, nonostante le promesse annunciate ai quattro venti.
Don Salvatore Rinaldi non si tira indietro e rilancia: «È una questione unicamente politica. I miei parrocchiani hanno ragione a portare ancora una volta all’attenzione dell’opinione pubblica, il mancato rilancio dell’ospedale Santissimo Rosario di Venafro. Occorre fare qualcosa, come chiesa locale noi non possiamo fare altro che invitare i politici a dare ascolto al popolo, a mantenere le promesse fatte e a far sì che, chi va in ospedale, trovi tutte le cure possibili. Oggi per molti cittadini andare al Santissimo Rosario equivale andare al cimitero comunale. Non ci sono risposte su questo, solo tante belle parole che puntualmente vengono ripetute dal politico di turno».
Chiare le parole di don Salvatore, sempre in prima linea per il sociale e la sanità pubblica. Per il primo settembre doveva arrivare la nomina del responsabile della “Casa della Salute” ma, a quanto pare, nemmeno su questo punto, sono giunte le tanto auspicate novità. Punto di Primo intervento, a quanto pare nella struttura commissariale ci sarebbe una spaccatura tra chi vorrebbe concederlo al nosocomio venafrano e chi, invece, parla di un bacino limitato per poterlo dare.
Garantire infermieri, portantini, personale medico e paramedico per i servizi essenziali, rimodulare i turni di lavoro. Reparti Rsa e riabilitazione, si accettano i ricoveri ma senza fornire gli strumenti agli operatori per un servizio dignitoso da offrire agli anziani.
«Chiediamo a tutti di unirsi a noi- affermano ancora i residenti del quartiere che ospita il Santissimo Rosario- per una nuova battaglia a difesa del nostro ospedale. Non abbiamo più fiducia nei nostri politici, dobbiamo scendere in piazza noi».
A Venafro cresce dunque il malcontento per come si stanno mettendo le cose per il presidio ospedaliero cittadino. Vogliono fatti e non più chiacchiere. Chi è ricoverato oggi all’ospedale di Venafro vive sulla propria pelle una serie di clamorosi disservizi, come quello di non poter fare radiografie per mancanza del radiologo e del personale addetto. È solo uno dei tanti disservizi segnalati dai familiari dei pazienti.
Cresce anche la sfiducia nei confronti di chi dovrebbe difendere, con le unghia e con i denti, il Santissimo Rosario. Intanto anche il comitato “Ss. Rosario” lancia l’ultimatum al sindaco di Venafro per un’azione incisiva nei confronti della Asrem.

Marco Fusco

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