Dopo le trasferte delle spoglie del santo nelle diocesi di Abruzzo e Molise, la maschera in cera che ricopre il viso di Celestino V ha evidenziato segni di scioglimento, probabilmente dovuti alle temperature elevate. L’Arcidiocesi de L’Aquila ha chiesto ed ottenuto dalla Congregazione per le Cause dei Santi il nulla osta per rompere i sigilli dell’urna e poter quindi operare sulle reliquie. In questi giorni sarà nominata la commissione che dovrà effettuare tutti gli studi sulla scatola cranica del santo, per poter ricostruire le vere fattezze del suo volto, in argento, o in resine speciali. L’attuale maschera, infatti, riproduce il volto del cardinale Confalonieri, in segno di riconoscimento verso l’allora arcivescovo che durante la seconda guerra mondiale si spese in prima persona per salvare diversi prigionieri e per risparmiare ulteriori bombardamenti alla città de L’Aquila. Nel 1944 inoltre Confalonieri festeggiò il 650º anniversario dell’incoronazione di papa Celestino V. Contestualmente alla ricostruzione del viso si pensa di porre sul corpo di papa il pallio donato da Benedetto XVI in occasione della sua visita a L’Aquila dopo il terremoto. «Con il passare degli anni ed il progresso della tecnica», ha fatto sapere l’Arcidiocesi, «è oggi possibile cercare di ricostruire il vero volto di san Celestino. Ovviamente non è garantita la buona riuscita della ricostruzione, in quanto non si conosce bene lo stato del cranio né l’integrità di tutte le sue parti. Se non dovesse essere possibile la ricostruzione delle sembianze, l’attuale maschera sarà comunque sostituita da una nuova maschera neutra». L’intervento cade ad una anno dal settecentesimo anniversario della canonizzazione del santo, avvenuta il 5 Maggio 1313. Nel giorno anniversario è previsto anche il trasferimento della nuova statua di san Celestino, ora esposta presso la chiesa di San Giuseppe artigiano, ex San Biagio di Amiternum, nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio. (fonte: Primadanoi.it)

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