Tornano le Iene a Palazzo Moffa. Stavolta non c’entrano gruppi e indennità della casta. Giulio Golia piomba in via IV Novembre mentre il Consiglio è in seduta e si dirige a passo di carica verso la sedia, accanto alla pianta in ‘stile japan’, su cui è stancamente ‘appoggiato’ Antonio Cappussi, l’imprenditore 92enne che vanta un credito milionario nei confronti della Regione per la costruzione di strade che l’ente non ha mai pagato.

Golia cerca il governatore Frattura, gli spiegano che non verrà per impegni istituzionali a Bruxelles. Poi inquadra l’ex presidente della Regione Michele Iorio. E lo mette sotto torchio. Le domande riassumono il lungo contenzioso, le trattative e la transazione, un accordo su 8 milioni di euro. E poi le impugnative della Regione. “Ma come, fate una delibera (del 2008, ndr) in cui dite che pagherete entro 30 giorni e poi impugnate il decreto ingiuntivo?” incalza Golia. Iorio prova a spiegare, a riannodare i fili di una situazione incresciosa, comunque la si legga. Dice che la struttura amministrativa indicava cosa fare. “Però avete preso bei voti per le strade costruite da questo signore…” ancora Golia. Il ping pong va avanti per molti minuti nella sala stampa sotto flash e riflettori locali. È giusto che Cappussi sia costretto a stare qua fuori, alla sua età, per chiedere quello che gli spetta? “Non è giusto” ammette Iorio. Che poi però torna alle carte, ai cavilli, alla struttura amministrativa. “Parla politichese” lo stronca Golia. L’ex governatore prova ancora a resistere, poi si arrende: “Va bene, avete ragione voi… avete ragione voi”. Interviene una delle figlie di Cappussi, Mina. E il dialogo si fa assai pressante, cambia tono. Alla fine lei sbotta: “La strada di Morrone è stata fatta di notte perché suo cugino era candidato sindaco”. Iorio non ci sta più, perde la calma e dice a mezza voce: ma andate a quel paese… Si gira e se ne va. Inutile la corsa alle sue spalle della troupe di Italia Uno. Che a Palazzo Moffa ha colpito e affondato ancora una volta.

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