“Se si vuole rinnegare l’alleanza che ha vinto le regionali del 2013, e la piattaforma programmatica con la quale ci siamo presentati, dimettiamoci e torniamo al voto”.

Il capogruppo di Rialzati Molise Vincenzo Cotugno prende posizione sulle polemiche scoppiate nel Pd – fra il deputato Leva e il segretario Fanelli – ma che coinvolgono l’intera coalizione perché il parlamentare di Fornelli ha rimesso in discussione  l’intesa siglata con il movimento civico alle regionali di due anni fa. Lo scambio acceso fra i dem “tiene fede alla vivacità culturale e politica di un partito che, a livello nazionale come a livello locale, si è assunto l’onere – certo non troppo popolare – di risanare i conti del nostro Paese (della nostra regione) e provare a rilanciarne l’economia”. Compito non facile perché “è facile andare in piazza a urlare che tutto va male, che i politici sono tutti ladri, che l’Italia è un Paese di corrotti e di profittatori… difficile  – questo Paese – è governarlo, costruendo una speranza per i nostri figli e per quanti in questi anni hanno perso il posto di lavoro o, peggio, hanno visto fallire la propria azienda. Paolo Frattura, come Matteo Renzi, dal 2013 sta facendo questo: restituire alla Regione Molise la sua identità politica e istituzionale, uscire da operazioni improvvisate – rimarca Cotugno – che avevano trasformato la Regione in una sorta di banca d’affari, recuperare risorse per il risanamento dei conti pubblici, tagliare gli sprechi, ridurre incarichi, Cda, nomine esterne, cercando laddove è possibile – anche per gli enti regionali e subregionali – di utilizzare personale interno. Un lavoro che richiede pazienza, che non suscita grandi emozioni nell’elettorato né procura titoli a nove colonne sui giornali: ma è un lavoro necessario, che non poteva attendere e, per il quale, noi di Rialzati Molise decidemmo due anni fa di sostenere la candidatura di Frattura accettando l’alleanza con il Pd”.  Il Pd ci ha ‘guadagnato’, oltre il presidente, due assessori, un presidente di commissione, un paio di vice presidenti”. Rialzati Molise, invece, non ci ha guadagnato nulla.

“Un’alleanza – mette allora in evidenza Cotugno – che forse ha consentito al Pd di trovare nel proprio carnet elettorale una quantità di voti moderati che di certo non hanno cambiato idea, ma che in quell’occasione responsabilmente aderirono (con Rialzati Molise) ad un preciso progetto politico. Un’alleanza che, negli ultimi due anni, ci ha visto protagonisti di tutte le iniziative legislative proposte dal governo regionale, che abbiamo sempre sostenuto con lealtà e serietà, nella convinzione che era (è) nostro dovere anteporre l’interesse dei molisani a quello personale.  Un’alleanza, infine, che gli elettori molisani non hanno mai contestato né misconosciuto. Viene da chiedersi, allora, di fronte a tanto baccano: cui prodest? Ai posteri l’ardua risposta… Quanto a noi, continueremo a lavorare con umiltà e serietà al fianco del presidente Frattura come abbiamo fatto negli ultimi due anni. Alla fine saranno gli elettori a giudicare, come è giusto e normale che sia in un sistema democratico. Se poi si vuole rinnegare quell’alleanza e la piattaforma programmatica con la quale ci siamo presentati agli elettori nel 2013, non esiste altra via se non le dimissioni (di tutti) e il ritorno alle urne. Noi siamo pronti, ma continuiamo a chiederci: cui prodest?”.

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