Impegnato fino alla tarda mattinata con la seduta del Consiglio regionale dedicata ai documenti di bilancio, il governatore Donato Toma ha concordato con la ministra della Salute una call conference.
Alle 15.30, quindi, collegato con il dicastero dove lo ascoltavano Giulia Grillo, il suo capo di gabinetto e il presidente della Campania Vincenzo De Luca, Toma ha messo sul tavolo «le discrasie che contiene la delibera di nomina dei commissari». Poteri assoluti nelle mani di Angelo Giustini, il generale della Finanza che ha preso il posto dell’ex presidente Frattura a capo della struttura commissariale di via Genova, e della sub Ida Grossi. A scapito, però, secondo Toma del servizio sanitario regionale che ha preso ora l’abbrivio giusto per uscire dal tunnel del piano di rientro.
«La Regione viene esclusa dalla partecipazione, la direzione Salute è come se mi venisse sottratta. Io intanto, in base alle competenze che mi restano in capo, vado alla Conferenza delle Regioni e tratto i riparti con i colleghi, delibero in giunta i finanziamenti per la sanità, anche la programmazione resta in capo alla Regione. È evidente – sintetizza il presidente – che il commissario non può agire senza confrontarsi con me». Tutte queste valutazioni ha consegnato ieri a Grillo con l’impegno a inviarle una nota scritta. «La ministra ha dato la disponibilità ad approfondire la delibera del Cdm. Presto avremo un altro incontro e sarà bilaterale», chiarisce Toma.
La situazione del Molise non è quella della Campania, né nella riorganizzazione né nella contrapposizione fra governo nazionale e regionale. Con De Luca i 5s hanno un conto aperto, con Toma no (i parlamentari pentastellati, anzi, hanno sempre chiarito che la scelta di un commissario esterno non è una guerra personale al neo governatore). Del Molise, dunque, Toma e Grillo riparleranno da soli.
In sostanza, il presidente resta convinto che l’incompatibilità sia incostituzionale e intenzionato quindi a ricorrere alla Consulta. La ministra pure tiene il punto: l’incompatibilità fra governatori e commissari ad acta è un punto qualificante del suo mandato. Ciò non esclude che nel comune interesse di migliorare l’offerta sanitaria in Molise si possa collaborare. Toma punta a istituzionalizzare la collaborazione fra il commissario e la Regione e il suo presidente. Che, in pratica, deve quanto meno poter essere invitato e partecipare alle riunioni dei tavolo tecnico.
In linea generale, poi, dei commissariamenti si potrebbe ridiscutere nel nuovo Patto della Salute.

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