Dopo l’informativa che il governatore rende all’Aula leggendo la relazione che accompagna il documento inviato – insieme alle schede tecniche e alle planimetrie dei tre ospedali che saranno interessati da interventi strutturali – si capisce chiaramente che il piano Covid numero 3 è sostanzialmente quello già inoltrato dalla direzione Salute e imperniato sull’ex hospice del Cardarelli e sul Cardarelli stesso. A corollario, San Timoteo e Veneziale entrano nella rete di assistenza ospedaliera Covid (al costo di 1,1 milioni in più che tirerà fuori la Regione mentre gli altri stanziamenti rientrano nella quota destinata al Molise dal dl Rilancio).
Il Vietri diventa il perno dell’assistenza territoriale per i guariti da Sars-Cov2. Capitolo che rientra in un altro articolo del dl 34: l’articolo 1, che però non è stato ancora tradotto in linee guida e in riparto dei fondi fra le Regioni. Quindi, a Roma dovrà essere trasmesso un progetto specifico. E non sappiamo ancora quanto c’è a disposizione per gli interventi. Al Ministero, secondo quanto risulta da fonti accreditate, è stata più volte sollecitata l’emanazione di una circolare che, sulla scia di quella di Urbani, dia indicazione su come potenziare il territorio. Al momento però non c’è ancora nulla.
Il 7 luglio, ricostruisce la relazione letta da Toma, la direzione Programmazione sanitaria scrive a Campobasso chiedendo, dice il presidente, «al commissario di rivedere il piano che non era in linea con le indicazioni ministeriali, cosa che avevamo più volte sottolineato». Così, stavolta tutti insieme, si rimette mano al progetto incentrato sul Cardarelli che rimane anche in questo piano centro hub per i casi sospetti e conclamati di Covid – e si prevedono nove letti aggiuntivi di terapia intensiva, 21 di semi intensiva, l’ampliamento del Pronto soccorso dell’ospedale regionale, un’area grigia e una di attesa separate, così come tre percorsi distinti per l’ex hospice, dove sarà realizzata pure una sala operatoria dedicata ai Covid, un passaggio aereo e un ascensore: tutti elementi contenuti già nel primo progetto di Palazzo Vitale che Primo Piano pubblicò qualche settimana fa. A Termoli e Isernia, queste le novità, ci sarà il potenziamento dei Pronto soccorso (con percorsi e aree osservazione) e l’attivazione di tre e due posti di terapia intensiva aggiuntivi. Costo totale per l’emergenza urgenza: 2,6 milioni.
Sul Vietri, rimarca Toma, «ritengo che il commissario abbia fatto oggi una scelta intelligente e tecnicamente compatibile con linee guida ministeriali su Larino». La struttura è, e resta nel piano operativo 19-21 (lo si legge sempre nella relazione firmata da tutti, Giustini in testa), una casa della salute. Quindi, sarà potenziato in base all’articolo 1 del dl Rilancio con percorsi per patologie cronico degenerative (per esempio con l’inquadramento dell’infermiere di comunità) e con l’attivazione di riabilitazione ambulatoriale con particolare attenzione al paziente post Covid.
Un piano complessivo, dunque, che contempera l’esigenza di ripristinare l’attività sanitaria ordinaria (strutturando l’hub Covid in un edificio separato dal Cardarelli) e quella di rendere flessibile la risposta del sistema nell’ottica di eventuali rebound.
Il Ministero ha aggiustato il tiro – la nota fa riferimento a richieste espresse del dicastero -, ora quindi l’ok è ragionevole aspettarselo a breve. Il 21 luglio è stata fissata comunque un monotematico.
Dopo l’informativa di Toma, i 5S sono rimasti in silenzio. È intervenuto solo il Pd per lamentare che è stato disatteso il pronunciamento dell’Aula: Consiglio calpestato. E per chiedere il documento. Chiedetelo a Giustini, in sostanza la risposta di Toma, che inviò all’Assise a mezzanotte il piano Vietri. Allora andava bene, la chiosa, adesso no…

r.i.

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