Dodici anni per l’ex editore del freepress ‘La Gazzetta del Molise’ Ignazio Annunziata, sei per l’ex presidente della Regione Michele Iorio. Sono le richieste più severe del sostituto procuratore Francesco Santosuosso, pm del processo sul ‘Sistema Iorio’ giunto alle battute finali in Tribunale a Campobasso.
Mano pesante dell’accusa anche con gli altri 14 imputati di un procedimento iniziato nel 2016. L’ex capo della Procura Armando D’Alterio ipotizzò un sistema che ruotava attorno all’ex governatore fatto di intrecci di interessi fra politica, editoria, Protezione civile (in particolare la gestione del concorsone), vertici sanità e di altri settori pubblici importanti in regione.
Queste le richieste per gli altri imputati: cinque anni per l’ex direttore dell’Asrem Angelo Percopo (difeso dall’avvocato Giuseppe Fazio), quattro per la direttrice di Telemolise Manuela Petescia e quattro per l’editore Quintino Pallante; tre anni per Rosario Cardile, Nicolino Sacchi e Desio Notardonato; tre anni e mezzo per l’ex direttore della Protezione civile Giuseppe Giarrusso, oggi a capo dell’area tecnica del Comune di Campobasso, per l’ex dirigente regionale Michele Colavita, per Antonio Epifanio, Stefano Epifanio, Giuseppe Marchese, Francesco Pettinicchio e Anna Totaro. Infine, quattro anni e mezzo per Giorgio Marone, ex direttore di Molise Acque. Coinvolte per violazioni amministrative anche le società Telemolise e European Broadcasting Company.
I reati contestati a vario titolo sono numerosi: corruzione, concussione, abuso d’ufficio, peculato, falsità materiale e ideologica, estorsione, violenza privata, ricettazione, bancarotta.
Davanti al collegio presieduto da Casiello e composto dai giudici D’Onofrio e Scarlato ieri hanno illustrato le loro conclusioni pure le parti civili: la Regione con l’avvocato Giuseppe Forcione e l’associazione Caponnetto con Roberto D’Aloisio. Il 19 luglio cominceranno le arringhe delle difese, nuova udienza il 29 settembre e l’ultima – con la sentenza – il 6 ottobre.
Iorio, che è assistito dallo studio Messere, in caso di condanna verrebbe sospeso dal Consiglio per effetto della legge Severino. Lui però si dice sicuro che questo sarà il 24esimo processo a suo carico, durante la carriera politica, che terminerà con «assoluzione con formula piena». E spiega: «Non ho ancora ascoltato una sola motivazione derivante da una prova che giustifica la richiesta di sei anni di condanna a mio carico. Questa mattina (ieri, ndr) ho assistito solo a libere interpretazioni
dell’accusa che verranno puntualmente confutate dai miei legali. Ho la coscienza pulita, anzi pulitissima».
ppm

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