Il giorno più lungo potrebbe non essere bastato a chiarire la questione Campobasso. Partiamo però dalle certezze. In tarda serata l’imprenditore vicentino Giulio Di Palma ha detto di no alla proposta di un preliminare condizionato, ipotesi giunta al termine di un lungo incontro dal notaio che si è presto arenato sulle garanzie richieste all’aspirante acquirente. La risposta negativa archivia di fatto la trattativa, tanto che l’ex giornalista di Repubblica ha annunciato che ripartirà domattina alle 5 per il Veneto.
Giungono invece dei segnali positivi sulla questione Covisoc: con un intervento in extremis pare che a ridosso del termine ultimo il presidente Ferruccio Capone sia riuscito a sistemare tutti gli adempimenti, anche se su questo si attende una comunicazione ufficiale da parte della società. Un nuovo sacrificio personale per evitare sanzioni che – in ogni caso – con tutta probabilità sarebbero finite comunque sulla classifica del prossimo torneo, comportando però la perdita dei contributi per il minutaggio dei giovani. Su questo argomento i punti interrogativi sono ancora validi nell’attesa di una nota della società e del successivo ok dell’organo di vigilanza. L’ottimismo, però, è evidente.
Tornando al vertice di stamane, alle 11 Capone e Di Palma si sono incontrati nello studio del notaio Giordano. Il presidente del Campobasso è giunto accompagnato dall’avvocato Franco Mancini in veste di ulteriore arbitro e garante. Per il club rossoblù c’erano anche il direttore generale Michele Ciccone, il team manager Giovanni Palladino e il revisore Nicola Ianiro. A dire la verità Capone aveva reclamato anche la presenza del sindaco Gino Di Bartolomeo e dell’assessore allo Sport Pasquale Colarusso che, però, non si sono visti. E non solo. Da indiscrezioni pare che il primo cittadino abbia addirittura rinunciato alla procura in suo favore.
La discussione si è presto bloccata sulle garanzie chieste a Di Palma per rilevare la società. Capone si è invece dichiarato pronto anche a un atto di vendita senza passare per il preliminare, con il preciso impegno di alcune proprietà personali in caso di debiti fuori bilancio. Dopo una discussione infuocata c’è stata un’iniziale convergenza su una proposta di preliminare condizionato, ovvero un impegno al 30 aprile di Di Palma a mostrare le proprie intenzioni con denaro contante e fidejussioni. Un legame, però, senza alcun vincolo a differenza di un preliminare ‘normale’ che prevede invece delle penali in caso di marcia indietro, un accordo subordinato al pagamento come acconto di una cifra pari a circa 200mila euro per alcuni adempimenti immediati. Alle 14 l’uscita dall’ufficio del notaio. Capone non ha voluto rilasciare dichiarazioni e così a esporre il pensiero della società è stato Franco Mancini.
Di Palma ha prima riferito di “un passo in avanti e di un equilibrio trovato”, ma in serata ha rifiutato la proposta. Nel frattempo Capone, dopo aver salutato la squadra all’Antistadio Acli, è ripartito nel primo pomeriggio in direzione Montella dove ha provato fino a tarda a sistemare gli adempimenti federali. Domani verrà confermato se ci è riuscito o meno. Le impressioni, però, sono positive.

 

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