Perché acquistare un immobile, con soldi pubblici, per trasferire la sede legale di una partecipata quando il Comune possiede già numerosi edifici vuoti? Una domanda che il Movimento 5 Stelle di Palazzo San Giorgio si è posto già un anno fa (il 10 marzo 2017 per l’esattezza) quando la Sea, la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti e il servizio di sgombero neve, pubblicò il bando per l’acquisto di una nuova sede. «Una soluzione per risparmiare le spese dell’affitto», la giustificazione del cda della Sea.
Ora che la società ha trovato finalmente casa – ufficializzerà l’acquisto a breve – Gravina e soci ripropongono la stessa domanda e aggiungono nuovi interrogativi, illustrati ieri mattina in una conferenza stampa in Municipio. Da sempre contrari all’acquisto – ad aprile presentarono una mozione in cui chiedevano la revoca dell’avviso proponendo anche soluzioni alternative come cittadella dell’economia, locali di viale del Castello, via Emilia, via Toscana o lo stesso capannone della Sea opportunamente riadattato con soppalco – Gravina, Cretella e Felice hanno espresso forti dubbi in merito alla scelta del nuovo immobile, che verrà acquistato «in deroga allo stesso avviso pubblico della Sea». Si tratta di parte dell’immobile di piazza Molise, oggi di proprietà di una società romana, la Ifmi s.r.l. con sede a Velletri, che prima ospitava il supermercato Gran Risparmio e che costerà alla Sea 235mila euro. Società che «è bene ricordarlo – sottolinea Gravina – vive dei trasferimenti comunali derivanti dalla Tari e dei fondi per lo sgombero neve. Dunque l’immobile verrà acquistato con i soldi dei campobassani». In più sono previste spese di ristrutturazione pari a 120mila euro. Questo perché l’immobile in questione è stato costruito nel 1980, «eppure – incalzano i consiglieri pentastellati – il bando richiedeva un immobile costruito a partire dal 1996, secondo le norme antisismiche ed energetiche ». Inoltre per ospitare gli uffici degli 8 dipendenti amministrativi, insieme a quello riservato ai tre componenti del cda, una sala riunioni, un ufficio front office e servizi igienici, il bando richiedeva un immobile di almeno 300 metri quadri. Quello scelto ha una superficie di 640 metri quadrati. Per altro lo stesso immobile, complessivamente di più 1300 metri quadrati, era in vendita attraverso l’intermediazione di Tecnocasa a 400mila euro. «A conti fatti – la considerazione di Gravina – la porzione destinata alla Sea sarebbe dovuta costare meno di 200mila euro». Per finire, la data ultima per l’acquisto era il 31 ottobre 2017, scadenza non rispettata. «Per giustificare queste “deroghe” all’avviso pubblico – spiega Gravina – la Sea fa riferimento alla convenienza dell’operazione, che farebbe acquistare un bene ad un prezzo molto inferiore al valore di mercato e soprattutto alle offerte delle ditte partecipanti, 4 in particolare, che improvvisamente, mentre erano in trattativa per vendere, si sono viste surclassare da una società che non aveva neanche partecipato all’avviso pubblico. La vicenda ha risvolti anche di natura giuscontabile, posto che dal 2014 vige il divieto in capo alle amministrazioni pubbliche ed agli enti territoriali, di acquistare beni immobili, sia direttamente che indirettamente, salvo non si evidenzino la mancanza di soluzioni alternative equipollenti e l’indifferibilità dell’acquisto. Questioni entrambi inesistenti nel nostro caso, tanto che – l’annuncio – interesseremo la Corte dei Conti al fine di sapere se questo acquisto rispetta o meno la normativa in tema di spending review». A margine della conferenza un appunto anche sul bando per la costituzione di un elenco di idonei di personale operativo da assumere a tempo determinato. «La Sea – precisa Gravina – ha seguito la norma indicendo un avviso pubblico, ma meglio avrebbe fatto se avesse attivato la procedura prevista per gli enti pubblici ovvero attingendo dagli iscritti alle liste di collocamento dei centri per l’impiego. Del resto, la Sea, in quanto proprietà del Comune al 100% non ha alcuna partecipazione di privati».

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La società ribatte: abbiamo rispettato la legge e scelto l’offerta più vantaggiosa

Gravina replica ancora: «Perché acquistare e non utilizzare locali comunali?»

A stretto giro di posta arriva la replica della Sea che «constata che la conferenza stampa del Movimento 5 Stelle – si legge nella nota che in calce porta la firma ‘Cda Sea Spa’- si inserisce nel solco del malcostume diffuso di attaccare l’azienda municipalizzata da parte di chi, evidentemente, non riesce a svolgere un’opposizione costruttiva.
Dall’incontro con la stampa è emerso come i tre consiglieri comunali, forse, ignorino la differenza tra un ‘Avviso Pubblico’ e un ‘Bando Esplorativo’, quale era quello in questione. Quest’ultimo, infatti, ha la mera funzione di ricercare contraenti per la Pubblica Amministrazione senza la formazione di una graduatoria senza termini vincolanti e con una differente normativa rispetto a quella di una gara.
Nel bando, infatti, è riportato espressamente all’articolo 1.3 che “[…] In alternativa, è possibile presentare offerte che contemplino immobili allo stato grezzo, con eventuale completamento e/o ristrutturazione a carico della S.E.A. S.p.A., purché l’offerta sia ritenuta complessivamente conveniente per la Società stessa (oneri di acquisto e manutenzione)”; mentre all’art. 9.1 (Conclusioni) si evince che “Il presente avviso riveste solo il carattere di ricerca di mercato e le proposte che perverranno non saranno impegnative per la S.E.A. S.p.A., la quale si riserva, a suo insindacabile giudizio, la facoltà di non selezionare alcuna offerta, di selezionare l’offerta che riterrà preferibile, nonché recedere dalle trattative senza obbligo di motivazione, qualsiasi sia il grado di avanzamento. Nessun diritto sorge in capo all’offerente per il semplice fatto della presentazione dell’offerta. La S.E.A. S.p.A. si riserva il diritto di non stipulare il contratto con nessuno degli offerenti”.
Pertanto, è evidente come le dichiarazioni rilasciate siano il frutto di superficialità di analisi, spesso dovuta alla strumentalizzazione politica rispetto a chi è chiamato a lavorare per la collettività. Chi è solito fare opposizione dovrebbe innanzitutto conoscere le pratiche di gestione di qualsiasi ente pubblico.
Sulle polemiche relative ai costi di ristrutturazione dell’immobile, 120mila euro, si precisa che la Sea beneficerà di detrazioni fiscali a rimborso e incentivi dal conto energia per la riqualificazione energetica dell’immobile per un abbattimento di oltre il 50% del costo previsto.
Il costo totale dell’operazione, dunque, dopo la ristrutturazione e, al netto delle detrazioni fiscali, sarà di 295mila euro, ovvero 461 euro al metro quadrato. Un’operazione che rispecchia il principio di economicità della Pubblica Amministrazione, ignorata, però, da chi approfitta di ogni occasione per speculare dal punto di vista politico.
Per quel che concerne la polemica sul bilancio, invece, vecchia quanto stucchevole, si precisa che il consigliere Roberto Gravina non ha espresso il suo pensiero, preferendo gli organi di informazione, nelle sedi opportune, la Commissione Bilancio, dove gli è stata spiegata ogni voce del documento contabile. Quest’ultimo, tra le altre cose, certifica, ogni anno, l’eccellenza dell’azienda municipalizzata.
L’avanzo di bilancio della Sea – evidenzia l’azienda – ha due scopi: sopperire ad eventuali imprevisti relativi all’emergenza neve e fare da cuscinetto per tutte le azioni necessarie al completamento della raccolta differenziata, senza gravare ulteriormente sui cittadini.
Sulla graduatoria per il reperimento di personale, la Sea precisa che il Decreto Ministeriale del 23 dicembre 2017 ha bloccato fino al 30 giugno 2018 le assunzioni a tempo indeterminato per le Pubbliche Amministrazioni. Inoltre, in attesa che la Regione Molise pubblichi la long-list del personale dipendente in esubero in altri enti pubblici (come le Comunità Montane, la Provincia, etc) da cui attingere, la Sea ha proceduto, nelle more, a pubblicare l’avviso per il reperimento di personale a tempo determinato, seguendo le norme prescritte dalle leggi di riferimento».
Ad un’ora di distanza arriva anche la contro replica di Roberto Gravina: «Il nomen del documento “avviso pubblico” non lo abbiamo certo creato noi; è proprio la Sea ad averlo chiamato così. Non ci siamo inventati niente, ergo, ben farebbero a controllare i documenti che pubblicano in nome e per conto della municipalizzata.Conosciamo bene le regole, così come conosciamo evidentemente il contenuto dell’avviso in questione, ma resta un fatto, ovvero che improvvisamente si sceglie di acquistare un immobile totalmente diverso da quello ricercato. Non è quindi in discussione la liceità o meno di questo comportamento, ma l’opportunità, quella stessa che rimarchiamo in ordine ai presupposti stessi dell’acquisto. Quindi, come sempre, Sea non risponde alla questione principale: perché acquistare? Risposta non pervenuta.Quanto alla questione del bilancio e degli utili, prima di parlare, la Sea dovrebbe consultare i verbali della seduta della Commissione e dovrebbe pubblicare le dichiarazioni del sottoscritto perché evidentemente è più attenta a replicare che ad ascoltare. Si ribadisce, pertanto, che l’effetto distorsivo della erogazione del contributo sgombro neve – finora erogato a “preventivo” – all’origine dei noti utili di impresa soggetti a tassazione, deve essere cambiato, proprio come ci si è impegnati in commissione. Forse qualcuno lo ha dimenticato?».

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