La banda dei computer colpisce ancora nelle scuole del territorio isernino. Nella notte tra venerdì e sabato una banda di ignoti ladri si è introdotta nel liceo scientifico Ettore-Majorana portando via un ingente bottino. I malviventi, dopo aver forzato gli ingressi, hanno raggiunto le aule didattiche del primo e del secondo piano dell’edificio di corso Risorgimento e hanno rubato 26 computer portatili, smontando anche uno a uno gli alimentatori. Dodici pc sono poi stati curiosamente abbandonati nelle vicinanze e sono ora sotto sequestro. Si pensa che i malviventi, forse spaventati dal rumore di una Volante, si siano sentiti in pericolo di essere sorpresi e avrebbero dunque agito d’istinto per far perdere quanto prima le proprie tracce. Solo nella mattinata di ieri il personale scolastico ha scoperto il furto e ha contattato la centrale operativa del comando provinciale dei Carabinieri di Isernia. Gli uomini dell’Arma hanno provveduto a effettuare i dovuti rilievi e avrebbero già individuato e isolato diversi elementi piuttosto utili alle indagini.
Gli studenti sono stati condotti in palestra dai professori durante la prima ora di lezione per garantire la massima riservatezza agli investigatori e favorire il ripristino dei locali.
È rilevante il danno economico per l’istituto: oltre al valore dei dispositivi sottratti, già di per sé consistente, sono state danneggiate porte di accesso, armadietti e anche un distributore automatico. Le scuole isernine purtroppo non sono nuove a eventi di questo tipo. Appena un mese fa, infatti, sono stati sottratti 12 computer alla segreteria della San Giovanni Bosco e, nella stessa notte, altri 24 alla sede della CPIA (Centro Provinciale Istruzione Adulti). In seguito alla serie dei numerosi raid, in un recente passato i dirigenti scolastici, durante le riunioni che si sono succedute in Prefettura, avevano rimarcato la necessità di installare un sistema di videosorveglianza all’interno e all’esterno delle scuole, al fine di prevenire eventuali episodi criminosi e per rendere meno vulnerabili gli edifici. Ad oggi, però, gli appelli rivolti alle istituzioni preposte risultano inascoltati.
Valeria Migliore

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