In Aula la riforma elettorale incassa i primi due sì, sugli articoli 1 e 2, attraverso l’accoglimento delle questioni di fiducia poste dal governo Gentiloni.
Fuori dal Palazzo le proteste che proseguiranno oggi. Davanti a Montecitorio i 5 Stelle, al Pantheon Mdp. Coi grillini si ritrovano anche Forconi e novax. Beppe Grillo arriva oggi per il voto finale. «Impedite il ritorno della melma», manda a dire in un lungo post sul suo blog. Intanto, Alessandro Di Battista chiede al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmare la legge. Di Maio annuncia una veglia di protesta.
Nella Capitale anche Antonio Federico e Patrizia Manzo, portavoce M5S nel Consiglio regionale, insieme a molti attivisti molisani. A Roma, scrive su Facebook Federico, «con migliaia di cittadini che hanno sentito il dovere di lasciare tutto quello che stavano facendo per non mancare ad un appuntamento unico: l’appuntamento con la democrazia». Così invece Manzo: «Si sta facendo la storia e noi ci siamo».
Il fronte dell’opposizione dura al Rosatellum – un sistema misto in cui a portare in Parlamento il maggior numero di eletti sarà la quota proporzionale – vede protagonisti anche D’Alema e Bersani e il loro Mdp. L’ex segretario del Pd ha attaccato Gentiloni, avrebbe potuto rifiutarsi – ha detto – di porre la fiducia. Sempre su Fb, così il leader molisano di Mdp Danilo Leva motiva il dissenso: «Una nuova fiducia sulla legge elettorale. Hanno superato il limite della decenza. Come la prima anche la seconda volta voterò no. Su queste materie decide il Parlamento».
Il cammino della legge elettorale alla Camera si completerà oggi con la terza votazione di fiducia, la discussione sugli ordini del giorno e il voto finale, che molto probabilmente sarà a scrutinio segreto. Oltre al Pd, favorevoli alla legge sono Alternativa popolare di Alfano, Lega, Forza Italia e verdiniani. Gli azzurri si sono astenuti sulle questioni di fiducia ma diranno sì alla riforma. Che, se approvata oggi dalla Camera, passerà poi al vaglio del Senato.

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