«Qualche piccolo segnale positivo», ammette l’ex governatore Iorio, arriva dal Rapporto Svimez per il Molise. Ma a suo avviso Frattura non può gioire perché «quel segno positivo è dovuto alle misure adottate dal governo centrale per l’intero Mezzogiorno».
Anzi, aggiunge, il resto del dossier descrive «una situazione disastrosa dovuta alla mancanza di forze e impegno profusi in ogni direzione dal governo regionale. Non una misura per il sociale, non un sostegno alla povertà».
Cita, a supporto, le valutazioni sul tasso di occupazione che «nel Mezzogiorno è ancora il più basso d’Europa (35% inferiore alla media Ue), nonostante nei primi otto mesi del 2017 siano stati incentivati oltre 90mila rapporti di lavoro nell’ambito della misura “Occupazione Sud”. La povertà e le politiche di austerità deprimono i consumi. Il Sud è un’area non più giovane». E ancora: aumentano gli anziani e diminuiscono le nascite. «Come dar torto ai pochi giovani rimasti in questa terra martoriata in questi anni? Ci vuole una forte dose di coraggio e di fortuna per metter su famiglia con questi presupposti. L’emigrazione sembra essere l’unico canale di miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie».
«Il Molise dovrà affrontare un periodo di ricostruzione del tessuto economico e di riavvio di un processo di sviluppo “in condizioni decisamente più svantaggiate di quelle dell’immediato Dopoguerra. Allora, infatti, le necessità della ricostruzione e dello sviluppo erano garantite da una popolazione costituita prevalentemente da giovani e da un sistema di sicurezza sociale il cui equilibrio era garantito da una quota di persone in età avanzata assai modesta”. Questa – afferma Iorio – non è la regione che noi, come centrodestra, abbiamo lasciato nel 2013. È la regione Molise ridotta in questo stato dal governo Pd con un esecutivo regionale incapace, in questi cinque anni, di prendere qualunque iniziativa a favore del nostro popolo se non quella di far raggiungere il primato nazionale al Molise per ospitalità di migranti. Hanno svenduto questo territorio ma da marzo, quando torneremo noi al governo della regione, ci rimboccheremo le maniche – conclude – per attuare il nostro progetto di sviluppo strutturato e coerente, in grado di restituire fiducia e incentivare un ruolo attivo dei singoli nel migliorare le proprie condizioni di vita».

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