Si rivolge direttamente ad Annaelsa Tartaglione, l’ex presidente di Palazzo D’Aimmo Vincenzo Niro. «Mi aspetto che entro questa settimana la coordinatrice di Forza Italia convochi il tavolo del centrodestra per decidere sulle regionali», dice il capo dei Popolari per l’Italia.
Al primo evento di presentazione dei candidati alle politiche Niro non c’era. Come non c’era Angela Fusco Perrella, non c’era Filoteo Di Sandro. Assenti pure Rosario De Matteis, Maurizio Tiberio, Luigi Mazzuto, i rappresentanti dei comitati civici che in questi mesi hanno percorso una strada che portava al centrodestra per condividerne programma e candidato presidente. Tornata la pace – se è tornato anche il sereno è presto per dirlo – fra Iorio e Patriciello, in prima fila alle convention si sono notati i colonnelli del centrodestra tradizionale, quello che per tanti anni ha governato la Regione: per esempio gli ex assessori Quintino Pallante e Gianfranco Vitagliano, il senatore Ulisse Di Giacomo che non è della partita il 4 marzo. La parola d’ordine è unità. Ma i mal di pancia ci sono, le assenze rischiano di ripetersi e i mugugni sono diventati prese di posizione pubbliche. Dai Sovranisti di Fusco Perrella ai movimenti civici che per primi hanno promosso la candidatura a governatore del presidente del Tribunale di Isernia Enzo Di Giacomo, in molti hannchiesto che si decida ora a chi affidare la guida dello schieramento per le regionali del 22 aprile. E più o meno ufficialmente dal fronte che si è ricompattato la risposta è stata: adesso pensiamo alle politiche. Sul governatore si deciderà il 5 marzo. Cioè, sottolinea Niro, 17 giorni prima della presentazione delle liste più o meno. Lui è convinto che la data sarà il 22 aprile, ad oggi per il coordinatore del partito di Mauro è così. Troppo poco tempo per definire un programma, le liste a sostegno del presidente e, appunto, il nome del candidato governatore.
Per fermare la protesta in atto che potrebbe trasformarsi in qualcos’altro, Niro quindi fa quello che in molti ritengono un ultimo tentativo. «Mi aspetto che dopo i primi appuntamenti pubblici ai quali per un motivo o per un altro non ero presente, si trovi l’unità su tutti gli aspetti. I tempi non consentono di aspettare oltre, sono convinto che la coordinatrice Tartaglione sappia trovare il giusto equilibrio con chi ha detto che bisogna andare oltre il 4 marzo. Io non ci andrò. Mi auguro che in settimana convochi il tavolo».
Se il centrodestra punta a vincere il 4 marzo e il 22 aprile non può lasciare per strada bacini di consenso. Ultimamente, poi, tutti hanno notato una certa vicinanza di posizioni fra Niro e l’eurodeputato azzurro Patriciello. Insieme, le due anime del centrodestra, pesano nelle urne. Rinunciare a una parte del bagaglio di voti dei moderati è un rischio significativo.
Oltre ai civici, è proprio l’area dei moderati l’altra colonna che supporta la candidatura di Di Giacomo a presidente, Niro è stato uno degli sponsor della prima ora del giudice. Entro i prossimi giorni potrebbe arrivare una dichiarazione congiunta di tutti i civici e dei partiti e movimenti centristi che con Niro hanno sottoscritto il ‘documento di Termoli’ – fra cui anche Idea e Orgoglio Molise (cioè Rialzati Molise di Cotugno) – per spingere il centrodestra a discutere e decidere chi sarà il candidato governatore. Il sospetto è che i big della coalizione, sotterrata l’ascia di guerra, abbiano scelto altre strade.
Niro, raggiunto telefonicamente da Primo Piano, anticipa già la richiesta. E aggiunge che se invece la richiesta non troverà riscontro «vorrà dire che c’è l’autosufficienza degli altri partiti. Ne prenderò atto e con gli organismi dirigenti del mio partito deciderò di conseguenza. Una cosa è certa: non accetterò imposizioni soprattutto da chi voleva sfasciare tutto e oggi rispunta come fanno i funghi. Non accetterò lezioni di morale né di politica. In definitiva il mio appello è ad evitare la deriva dei 5 Stelle e quindi ad essere seri e trasparenti nei confronti dei molisani».
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