Uno dei primi commenti al post è una domanda: ma davvero ti ricandidi con Frattura? Lui, sul social, non risponde. «Perché lo ritengo scontato. Certo che mi candido con Frattura, assolutamente sì. Io e mio padre faremo la campagna elettorale per lui», è la risposta di Cristiano Di Pietro a Primo Piano.
Nel pomeriggio di uno degli ultimi giorni a disposizione per lavorare all’unità del centrosinistra, il figlio dell’uomo che sembrava il candidato naturale della sintesi – quell’Antonio Di Pietro da cui tutti vogliono ancora ascoltare i motivi del “no grazie” – si diverte a stuzzicare l’avversario candidato governatore del centrodestra Donato Toma. Che in mattinata ha preso parte alla conferenza del Popolo della Famiglia. Ne condivide il programma, ha detto, che tra le altre cose prevede il reddito di maternità. Di Pietro jr quindi posta una scena di Cetto Laqualunque e scrive: «Clima elettorale e le fesserie iniziano! Visto che la panzana del reddito di cittadinanza ha funzionato per aggiudicarsi voti, oggi un altro luminare della politica se ne esce con “1000 euro al mese alle lavoratrici che scelgono di restare a casa per fare le mamme” e ancora “meno tasse…”.
Dai, scommetto che qualcuno rilancerà con 2000 al mese! Nel nostro programma non troverete il libro dei sogni, ma interventi mirati alle famiglie, alle fasce più deboli e altro di cui parleremo nei prossimi 30 giorni. Molto spazio sarà dato a tutto ciò che di buono abbiamo fatto e che nessuno ha detto». E ‘tagga’ il presidente Paolo Frattura.
«Mi candido con lui perché dopo sei anni di battaglie fatte insieme, quando c’è da affrontare una nuova sfida non si può voltare le spalle e andarsene. Sono convinto – prosegue – che faremo un nel risultato». Resta accanto al governatore uscente, sottolinea, «per le cose che abbiamo fatto in questi anni, lui ha lavorato bene e tante cose le spiegheremo in campagna elettorale». Escluso il caso che a guidare le truppe fosse suo padre, Di Pietro altri nomi per l’unità – oltre a quello di Frattura – ora non ne vede.
Intanto, però, il centrosinistra resta spaccato. Il senatore Ruta ancora non ufficializza la sua candidatura – dopo aver fatto «non uno ma cento passi indietro» per Di Pietro che però ha rifiutato e si dice lo abbia fatto proprio per i dissensi emersi in Molise 2.0 – ma resta in campo. Su Frattura hanno formalizzato l’investitura gli amministratori locali e il Pd.
Dal fronte Molise 2.0 arrivano due note. Quella di Ivan Perriera, dirigente nazionale Idv, ribadisce l’adesione convinta alla candidatura di Ruta. Lo fa perché l’Italia dei valori alle politiche del 4 marzo ha partecipato come componente di Civica popolare (in Molise il coordinatore è Nagni) che alle regionali del 22 aprile sta con Frattura.
E poi parla il mediatore Michele Durante. Lui ha incontrato venerdì sera la delegazione trattante del Pd. Sabato, la segretaria Fanelli ha ufficializzato la ricandidatura di Frattura ma la presidente dem Venittelli ha rilanciato l’appello all’unità da costruire con un terzo nome. «Ribadisco la nostra disponibilità a convergere su una figura su cui tutto il centrosinistra si possa riconoscere come già detto e ribadito dal nostro candidato Roberto Ruta nella conferenza stampa del 9 marzo scorso. È altrettanto evidente che le disponibilità e gli appelli continuano a cadere nel vuoto e che il tempo a disposizione è agli sgoccioli. Da parte nostra – conclude Durante – abbiamo completato le liste sulla base delle priorità programmatiche approvate dai 1300 delegati lo scorso 25 febbraio». Sarà solo una voce, ma nelle ultime ore pare che nel centrosinistra si parli di Tecla Boccardo.
Sull’altro fronte, quello del centrodestra, si registrano manovre di avvicinamento più lente di quel che si immaginava. Comunque, Iorio e i suoi hanno deciso di convergere su Toma. I movimenti civici stanno ancora ragionando, ma secondo alcune voci – se questi sono gli schieramenti e le posizioni – Coscienza civica potrebbe non essere della partita.
Nell’incertezza di queste ore circolano anche, di nuovo, voci su un tentativo di coalizione allargata, che rimetta insieme il centrosinistra e pure i pezzi dissidenti del centrodestra. Mancherebbe, però, il leader in grado di fare sintesi e garantire aree politiche che insieme non sono state mai.

ritai

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