Un vertice straordinario a Palazzo Vitale, convocato per capire l’entità del ‘danno’ e provare a immaginare soluzioni che, anche in zona Cesarini, possano evitare di mettere di nuovo le mani nelle tasche dei molisani per colpa del disavanzo della sanità.
Dopo la notifica del verbale da parte del tavolo tecnico – che si chiude segnando un deficit di 22 milioni e ritenendo che, quindi, ci siano le condizioni per aumentare le aliquote di Irpef e Irap e per bloccare le assunzioni – di cosa fare hanno ragionato il presidente della Regione Donato Toma, il commissario Angelo Giustini e Ida Grossi, i vertici della direzione Salute della Regione e dell’Asrem.
Alla struttura commissariale il governatore avrebbe chiesto una certificazione del debito attuale perché rispetto a 40 giorni fa la situazione sarebbe cambiata. Non in maniera determinante ai fini delle norme sui piani di rientro, ma è già qualcosa. L’extra budget si sarebbe ridotto perché nel frattempo sia l’azienda sanitaria sia la Regione ha acquisito alcune note di credito da parte dei fornitori. Qualche giorno fa lo ha confermato lo stesso presidente: dal Neuromed sono arrivate note di credito per una parte del fatturato oltre il budget annuale, la Cattolica si è impegnata a farle pervenire con la struttura commissariale, l’Asrem pure ha acquisito alcune note. Tanto che, secondo stime accreditate in via Genova, al momento il debito sarebbe al massimo di 15 milioni, comprendendo anche la quota di fiscalità (4.2 milioni) non trasferita dalla Regione al bilancio della sanità.
Cosa fare? Intanto il capo dell’esecutivo ha chiesto ai commissari di sapere ufficialmente e in maniera precisa a quanto ammonta il debito per capire se e come mettere in campo una manovra correttiva. Significherebbe agire sul bilancio appena approvato. Magari con un mutuo, strada sempre possibile e fin qui utilizzata per il debito sanitario. Basterebbe? La vera domanda è questa: se al tavolo tecnico basterà per evitare l’aumento delle aliquote (il blocco del turnover, al netto di sorprese, sarà cancellato dal varo definitivo del decreto Calabria).

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