In aumento i nuovi casi di coronavirus segnalati in Italia per la sesta settimana consecutiva con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 24/8-6/9) di 27.89 per 100.000 abitanti, in aumento rispetto al periodo dal 6 al 19 luglio. La maggior parte continua a essere contratta sul territorio nazionale (risulta importato da Stato estero il 15% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio). In particolare si osserva una percentuale non trascurabile di casi importati da altre regioni e province (11,1% nella settimana corrente, in diminuzione rispetto alla settimana precedente).
Dopo un forte abbassamento dell’età media di chi contrae il Covid-19, spiega inoltre il report settimanale di monitoraggio di Iss e Ministero, nelle ultime due settimane sta di nuovo aumentando ed è di circa 35 anni. Gli esperti avvertono: «In un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità, ci sono ora segnali di una maggiore trasmissione sul territorio nazionale in ambito domiciliare/familiare con circolazione anche in persone con età più avanzata».
Rispetto alle due settimane di monitoraggio precedenti, in quasi tutte le Regioni si osserva un aumento del tasso di occupazione dei posti letto dedicati sia in area medica sia in terapia intensiva. A livello nazionale il tasso di occupazione in area medica è aumentato dall’1 al 2% mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva dal 2% al 3%, con valori superiori al 5% per alcune regioni. «Sebbene, non siano ancora stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata – si legge nel documento – potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno. Si conferma, inoltre, l’importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati».
Anche in questa settimana, poi, «si rileva una trasmissione diffusa del virus su tutto il territorio nazionale, che provoca focolai anche di dimensioni rilevanti spesso associati ad attività ricreative». E questo sta comportando anche «una trasmissione dalla popolazione più giovane a quella più fragile o anziana, soprattutto all’interno della famiglia, che si riflette anche in un maggiore impegno dei servizi ospedalieri». Complessivamente sono 2.280 i focolai attivi di cui 691 nuovi.
Sono cinque le regioni (più la Provincia autonoma di Trento) che superano la soglia di 1 per l’indice di trasmissibilità. Trento registra il valore più alto con 1.58, seguono la Sardegna con 1.41, la Puglia 1.1, la Liguria con 1.13 e Friuli e Abruzzo entrambe con 1.02. Il valore più basso è registrato in Molise (0.27), segue il Lazio con 0.52.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.