Che l’ospedale ‘Caracciolo’ non se la passasse un granché bene in fatto di servizi, era cosa risaputa. Tuttavia apprendere che per effettuare un esame endoscopico del colon (Sigmoidoscopia) per permettere di vedere le pareti dell’ultima parte dell’intestino (sigma e retto), occorrono mediamente 426 giorni di attesa, è davvero inconcepibile. A dirlo non i soliti detrattori della struttura di confine, bensì un monitoraggio sui tempi medi di attesa effettuato dall’Asrem lo scorso 2 novembre e rilanciato dall’agenzia di stampa Ansa.
Ma non è tutto. Perché fonti interne confermano il mancato arrivo del cardiologo nell’unico reparto esistente, quello di Medicina diretto dal primario Giovanni Di Nucci. Una situazione che tuttavia dovrebbe mutare nei prossimi giorni come conferma a PrimopianoMolise il primo cittadino di Agnone, Lorenzo Marcovecchio in continuo contatto con il direttore amministrativo, Antonio Forciniti.
Altra novità è quella del trasferimento di due chirurghi interni al Pronto soccorso. Entrambi dovrebbero prendere servizio sabato 1 dicembre. E sale l’attesa per l’inaugurazione ufficiale del nuovo centro di Dialisi attesa per sabato 24 novembre quando in alto Molise arriveranno i vertici dell’Azienda sanitaria regionale del Molise compreso il presidente della giunta regionale, Donato Toma. Sarà l’occasione questa per chiarire diversi aspetti in merito alla cronica mancanza di personale che di fatto sta mettendo in ginocchio un ospedale, il quale tra mille difficoltà e peripezie, continua a garantire i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Certamente di questo passo non si può andare avanti, come denunciato in pubblico dallo stesso Di Nucci. Per il ‘Caracciolo’ servono medici e apparecchiature moderne, serve programmazione e la riattivazione delle tre sale operatorie ad oggi inutilizzate malgrado i soldi spesi per la ristrutturazione (130mila euro, ndr) e certificazioni Iso che in regione nessun altro ospedale possiede. Serve un valido piano per la medicina territoriale, insomma, una volta per tutte, urge il riconoscimento del famoso decreto Balduzzi che allo stato delle cose appare un dogma anziché un documento riconosciuto in sede ministeriale.
mdo

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