In manette, da due giorni, gli aguzzini di Sonia Di Pinto. Nella notte tra sabato 16 e domenica di pasqua, 17 aprile, la vita, felice, prossima a concretizzarne uno dei sogni, quello delle nozze, fissate solo dopo 4 settimane, le venne sottratta con crudeltà da due balordi, così come li ha definiti la stessa famiglia a più riprese. Una rapina sfociata in una violenta aggressione, in un omicidio, quello di Sonia Di Pinto, che a 46 anni è salita in cielo diventando martire innocente. L’attività investigativa della polizia del Lussemburgo, attraverso le immagini della videosorveglianza acquisite nel quartiere Kirchberg in avenue Kennedy, zona esclusiva peraltro, e lo zelo della Procura, hanno portato a chiudere – apparentemente – il caso in meno di due settimane. Scattate giovedì le perquisizioni e ammanettati i tre complici che hanno sulla loro coscienza e le mani lorde di sangue la morte di Sonia. Si tratta di giovani tra i 20 e i 30 anni, due sono i banditi incappucciati ritratti dalle telecamere, il terzo, davvero vile, un collega di Sonia, che ha fatto da basista dall’interno, permettendo alla coppia di rapinatori di intrufolarsi nel ristorante-pizzeria Vapiano, proprio mentre Sonia era intenta a chiudere i conti, una delle mansioni a cui era chiamata. Colpita ferocemente alla testa con un oggetto appuntito, trascinata e strangolata. Il corpo martoriato e senza vita venne trovato solo otto ore dopo, da un’altra collega, mentre il compagno Sauro Diogenici, promesso sposo, aveva allertato le autorità non vedendola rincasare. Lo stesso Sauro, dopo i funerali celebrati a Petacciato, ha così ricordato su Facebook l’amata Sonia: «Ciao Angelo mio, non ti dico addio perché sarà un arrivederci, sono stato molto fortunato a conoscerti e non rimpiango nulla di quello che abbiamo fatto insieme, tante cose avevamo in programma, purtroppo ce l’hanno impedito brutalmente, sarai sempre una persona importante per me nei miei pensieri e nei miei ricordi, il tuo sorriso mi scaldava il cuore e mi faceva sciogliere come neve al sole, sei stata davvero unica, la tua bontà era immensa, eri un’instancabile lavoratrice e una bravissima compagna, niente sarà come prima, il vuoto che mi hai lasciato è veramente enorme, spero di poter superare questo momento, ma non sarà semplice, so che tu mi darai la forza come hai fatto sempre, ti amo, ti ho sempre amato e ti amerò per sempre». A dare notizia dell’arresto degli autori dell’efferato delitto, che ha sconvolto oltre che la comunità lussemburghese, non abituata a violenze simili, soprattutto il Molise e Petacciato, che hanno tributato un cordoglio profondo alla famiglia Di Pinto, è stata proprio la magistratura del Granducato, dopo le prime indiscrezioni apparse sulla stampa locale: «L’indagine giudiziaria svolta a seguito del ritrovamento di un cadavere nei sotterranei di un ristorante situato in avenue J.F. Kennedy a Lussemburgo-Kirchberg il 17 aprile 2022 ha confermato che la morte della vittima è stata dovuta a una rapina. Nel corso di giovedì 28 aprile 2022 la polizia giudiziaria ha effettuato, a seguito di indagini e su mandato del giudice istruttore, perquisizioni e con il supporto del Nucleo speciale di polizia, l’arresto di tre persone sospettate di aver partecipato alla rapina». Ai fini della risoluzione del caso fondamentale è risultato da parte degli inquirenti “torchiare” l’infido basista, il complice dall’interno, collega che ha permesso il compimento della rapina. I 3mila euro, che si ipotizza sia stato il bottino del colpo, non sono stati più trovati. L’arresto e il successivo interrogatorio del dipendente del ristorante ha permesso di arrivare agli altri due malviventi coinvolti nella vicenda. Prima degli arresti sono state eseguite anche perquisizioni in Place de la Gare e a Bonnevoie, due quartieri della stessa città dove si è consumato l’assassinio di Sonia.

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