Furti di “oro rosso”, il rame, ormai metallo prezioso e ricercatissimo; ma anche ricettazione, sia nei parchi eolici che negli impianti fotovoltaici, compiuti da una banda specializzata composta da immigrati e da pugliesi in ben 4 regioni: Molise, Puglia, Basilicata e Campania. Un settore assolutamente da proteggere, come ha sottolineato ieri mattina la procuratrice di Larino Elvira Antonelli, che assieme alla sostituta Marianna Meo, al comandante provinciale dell’Arma Luigi Dellegrazie e al comandante di compagnia di Larino Christian Petruzzella, hanno illustrato in conferenza stampa – ospitata nella caserma Rosano – l’operazione “Vento Rosso”. Nome affibbiato non a caso all’inchiesta che ha indagato 18 persone. Ieri mattina, su ordine del Gip frentano, è scattata la “retata”, a carico di undici di loro, con 9 custodie cautelari in carcere, una persona ai domiciliari e un obbligo di dimora. Fino al momento della conferenza degli undici destinatari delle misure restrittive della libertà personale ne erano state rintracciate 7 e altri quattro erano ancora irreperibili. L’attività investigativa e quella di polizia giudiziaria hanno riguardato oltre al Molise le province di Foggia, Bari e Barletta-Andria-Triani, triangolo in cui dimorano o sono residenti tutti gli indagati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata al furto e riciclaggio di rame presso parchi eolici nel Sud Italia. Il piglio particolare con cui la Antonelli ha posto l’accento sulla vicenda è proprio quello di tutelare la produzione e l’immissione di energia elettrica da fonti rinnovabili, poiché i reati perseguiti in “Vento Rosso” diventano di allarme sociale per le implicazioni che provocano. Insomma, anche la magistratura ha un occhio attento alla cosiddetta transizione ecologica, come forse tutti dovremmo averla. Spiegando le varie le fasi dell’operazione, sono stati ringraziati i colleghi e le forze dell’ordine che hanno lavorato incessantemente per poter giungere a un risultato così ampio, che ha visto partire la macchina investigativa dopo colpi compiuti a Ururi e San Martino in Pensilis, due dei 13 inseriti nella documentazione requirente. Al contempo sono stati eseguiti anche 7 decreti di perquisizione personale e domiciliare nei confronti di altrettanti indagati, per un totale di 18 indagati complessivi. L’attività di indagine, dal febbraio al settembre 2022, coordinata dalla Procura della Repubblica di Larino e condotta dalla Compagnia di Larino del Comando Provinciale Carabinieri di Campobasso, ha permesso di accertare e disarticolare un’organizzazione criminale dedita al furto e alla ricettazione di rame, composta da diciotto soggetti. Le investigazioni, condotte anche mediante l’ausilio di attività tecniche, sono scaturite a seguito di un tentato furto perpetrato presso un parco eolico sito in agro di Ururi e San Martino in Pensilis ed hanno permesso di accertare l’esistenza di un’associazione per delinquere avente base in San Ferdinando di Puglia, composta in particolare da 11 cittadini di nazionalità rumena, 1 di nazionalità albanese e 6 di nazionalità italiana, tra cui tre donne (due rumene e una italiana), tutti stanziali in Puglia. L’organizzazione era dedita alla commissione dei reati di furto di cavi di rame presso parchi eolici siti in Molise, Campania, Basilicata e Puglia nonché, come accertato in una occasione, anche di furto di pannelli fotovoltaici. Gli indagati, già noti alle forze dell’ordine per reati analoghi, facevano capo ad un soggetto di nazionalità rumena che coordinava e dirigeva in prima persona sia la commissione dei furti che lo smistamento del metallo trafugato. Una volta individuato il parco eolico i soggetti, che agivano sin dalle prime ore della sera, forzavano la porta di accesso degli aerogeneratori, tranciavano i vari cavi di rame ed asportavano rame in quantità, danneggiando, al contempo, i trasformatori. Successivamente è stato accertato come il metallo fosse, poi, trasportato presso appositi luoghi dove veniva sguainato e preparato per l’introduzione all’interno del mercato nero. Le attività illecite si concludevano mediante intermediazione e vendita a grossisti del settore del metallo, con ripartizione dell’illecito ricavato tra i componenti dell’organizzazione. Durante le attività investigative sono stati accertati e contestati 13 furti e 10 ricettazioni di rame, il furto di oltre 6 tonnellate di rame, nonché il sequestro di 615 kg del medesimo metallo. Il danno patrimoniale del materiale trafugato, quantificato in un milione di euro, ha comportato la mancata produzione di energia eolica di circa novemila megawatt, per circa tre milioni di euro di valore commerciale. Nel corso delle attività di riscontro è stato altresì tratto in arresto un componente della banda per porto abusivo di una pistola clandestina, detenuta sotto il materasso della culla della figlia. All’operazione, effettuata nella mattinata di nieri, hanno preso parte numerosi militari dell’Arma dei Carabinieri dei Comandi Provinciali di Campobasso, Bari, Barletta-Andria-Trani e Cerignola e dei Nuclei Cinofili di Chieti e Modugno, impegnati nell’esecuzione dei provvedimenti emessi. «Un’operazione vasta che ha riguardato 4 Regioni- ha spiegato la dottoressa Antonelli- Puglia, Molise, Campania e Basilicata, e ha riguardato un settore che è assolutamente da proteggere. I furti di rame portano con sé danneggiamenti gravissimi agli impianti e alle strutture, all’economia vera e propria, per il valore del rame. Il furto del rame, dalle pale eoliche, crea anche un dissesto. Attraverso l’indagine si è delineata questa associazione a delinquere che era finalizzata a una serie di attività molto ben organizzate, distribuita su più luoghi che andava avanti, evidentemente, da tempo». Sia la Antonelli, nonché la Meo e il comandante Dellegrazie hanno voluto sottolineare l’importanza della vigilanza sul territorio, poiché la presenza capillare delle stazioni dei Carabinieri ha permesso di effettuare sopralluoghi accurati attraverso cui sono stati raccolti gli elementi chiave per accendere il motore dell’indagine, poi estesa a macchia d’olio. Così come lo stesso vertice provinciale dell’Arma ha ribadito sia come il Molise è terra da preservare dalle “orde” provenienti soprattutto dalla Puglia, per non far sì che diventa zona di conquista ancora più di come stia già succedendo, sia l’importanza fondamentale delle segnalazioni di sospetti, invito che lui stesso reitera in ogni situazione, perché solo col combinato disposto di una rete di controlli puntuale ed efficace unita alla sensibilità della cittadinanza rappresenta un baluardo contro i criminali che vanno all’assalto di centri abitati e bersagli più isolati, come avvenuto nel caso di specie dell’operazione “Vento Rosso”.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.