Un anno sabbatico quello che ha annunciato il presidente dell’Unione Carrese, Pasquale Di Bello, che alla luce delle polemiche social scaturite dalle ultime novità ha deciso di mettersi alla finestra. Casus belli l’inasprimento dell’ordinanza Martini, che ha visto i sindaci dei 4 comuni a dicembre incontrare il capo della segreteria del Ministro Roberto Speranza. Successivamente, c’è stato un incontro col Governatore Toma, alla Regione Molise. «Due ore di colloquio. Tanto è durato l’incontro tra il Presidente della Regione Molise, Donato Toma, con i quattro sindaci dei comuni delle Carresi. L’incontro è avvenuto dopo mesi di lavoro silenzioso, specie dopo il rinnovo dell’ordinanza Martini, emendata in funzione anti Carresi con la introduzione del parere vincolante del veterinario e del tecnico del fondo (espressione del Ministero dell’Agricoltura) in seno alla Commissione per i Pubblici Spettacoli. Lo scorso anno tale ostacolo non sussisteva poiché, a norma dei regolamenti comunali, la Commissione era chiamata ad esprimersi a maggioranza semplice. Grazie a questo, e grazie alla messa in sicurezza dei percorsi, resa possibile dallo stanziamento di 380 mila euro da parte della Regione Molise, le Carresi del basso Molise si sono potute celebrare. Poi … la modifica alla Martini, certamente nata dalle pressioni che la lobby animalista ha messo in campo in Parlamento e presso il Governo. Sta di fatto che oggi basta un NO da parte di uno dei due soggetti abilitati al parere vincolante per bloccare le Carresi. Dinanzi a questa pessima novità nessuno è rimasto inerte. Lo scorso 19 dicembre a Roma, presso il Ministero della Salute, si è tenuta una riunione tecnica ampiamente preparata dal lavoro e dai buoni uffici del Presidente Toma sia presso lo stesso Ministero della Salute sia presso la Conferenza delle Regioni. In quella circostanza i sindaci hanno incontrato il Capo di Gabinetto del Ministro Speranza, Massimo Paolucci, i rappresentanti del Centro di referenza Nazionale per il Benessere Animale di Brescia, il rappresentante del Ministero dell’Agricoltura, i veterinari dell’Asrem e il dott. D’Alterio dell’Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise. Da parte del Ministero della Salute c’è stata una grossa apertura per definire una volta per tutte il percorso di salvaguardia delle Carresi. I problemi relativi alla perimetrazione dei percorsi (affrontati lo scorso anno) e quelli relativi al fondo (legati alla copertura in terra) sono risultati ampiamente superabili. Insuperabile è invece risultata la questione relativa all’uso del pungolo. In presenza del pungolo (non delle verghe di spinta) vi sarebbe il diniego dei veterinari e la Carrese verrebbe bloccata (ricordate la storia dei blindati?).
Quale la via d’uscita? Il Ministero ha chiesto che venga svolto uno studio scientifico sulle Carresi che, tra le altre cose, insista anche sull’uso del pungolo. Prima degli esiti di tale studio l’uso del pungolo bloccherebbe le autorizzazioni e farebbe scattare l’ipotesi di reato di maltrattamento. L’intenzione del Ministero era quella di commissionare lo studio all’Istituto nazionale di Brescia. Quest’ultimo ha optato per l’Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise. Lo studio, quindi, verrà condotto da tale struttura e, nello specifico, dal dott. D’Alterio. Occorreranno due anni e ottantamila euro. Nella riunione di oggi, a testimonianza del legame personale che lega il presidente Toma alle Carresi e di quello istituzionale della Regione Molise, che vede nelle Carresi un elemento di prestigio del proprio patrimonio culturale, si è convenuto che i costi dello studio verranno coperti dalla Regione.
La medicina necessaria che siamo obbligati ad assumere perché lo studio possa compiersi e le manifestazioni possano tenersi, è quella di celebrare (almeno quest’anno) le Carresi senza l’uso del pungolo. All’esito, auguriamoci positivo dello studio, potrà essere reintrodotto. Preciso che questa non è una scelta facoltativa, capoticamente assunta da qualcuno, ma è un obbligo inderogabile, a meno che qualcuno voglia cancellare per sempre le Carresi, assumendosene chiaramente le responsabilità storiche, morali e penali. Allo studio vi sono delle varianti tecniche tali da poter sostituire, in questa fase, l’uso del pungolo. Varianti che vanno verificate all’atto pratico, non potendosi utilizzare il pungolo tanto durante la Carrese sia durante le prove. Anche per queste ultime valgono le regole generali. La sospensione dell’uso del pungolo è la linea di discrimine tra la vita e la morte delle Carresi. È una strada obbligata, ma è una strada che stronca una volta per tutte, e alla radice, tutta la macchina del fango messa in moto dalla lobby animalista, un fatto che ne riduce a zero la capacità di pressione sia parlamentare sia presso la pubblica opinione. Facciamo un passo indietro oggi per farne due in avanti domani ma, soprattutto, facciamo un sacrificio per non far morire le Carresi e farle vivere per sempre». Un intervento chiarificatore e propositivo, ma che ha scatenato un vespaio, tanto che lo stesso Di Bello ha poi sentenziato: «Fate voi. Io mi fermo qui». «La funzione principale di questo gruppo è stata sempre quella di tenere informati i cittadini dei quattro comuni delle Carresi e tutti coloro che, sparsi per l’Italia e per il mondo, si sentono legati a questa tradizione. L’informazione consiste in questo: raccontare le cose, quelle buone e quelle cattive. Altrimenti è propaganda. La vicenda pungolo, purtroppo, è una notizia cattiva. Una notizia che però non poteva essere nascosta. A nessuno. È stata data così come se la sono sentita dare i Sindaci il 19 dicembre scorso a Roma al Ministero della Salute. Ho letto tutti i commenti, compreso quelli offensivi (in pubblico e in privato). Penso che vadano chiarite alcune cose:
La norma che rende vincolante il parere dei veterinari e inasprisce la Martini, non l’hanno scritta né i Sindaci, né il Presidente della Regione, né il sottoscritto. È una norma emessa dal Governo nazionale lo scorso 30 agosto, nello specifico dal Ministero della Salute. Senza il parere positivo dei veterinari, la Commissione non potrà autorizzare la Carrese. Senza autorizzazione, chi corre, se non si trova la strada sbarrata dai blindati, si ritrova in Tribunale. Il Sindaco, senza l’assenso della Commissione, non potrà autorizzare la manifestazione, salvo commettere un abuso per il quale, analogamente a prima, si spalancheranno le porte del Tribunale.
I veterinari, al tavolo nazionale del 19 dicembre, hanno detto a chiare lettere che in caso di utilizzo del pungolo non daranno l’autorizzazione. Tra le persone che il 17 giugno prossimo dovranno presentarsi davanti al Tribunale di Larino ci sono anche i veterinari presenti nelle Commissioni che hanno autorizzato la manifestazione in anni passati.
Il Ministero della Salute ha imposto la realizzazione di uno studio che possa attestare sul piano scientifico l’esclusione del maltrattamento e delle sevizie in caso di utilizzo del pungolo. Occorrono due anni e 80 mila euro. Nelle more di tale studio, l’uso del pungolo è vietato, salvo incorrere in quanto descritto al punto 1.
L’ipotesi di una alternativa al pungolo è una strada obbligata. Mi si dice però che è impossibile. Ne prendo atto, e scarto quindi le ipotesi di chi sostiene che il pungolo possa essere sostituito da punte che non creano lesioni (simili a tacchetti di calcio), o reintrodurre il cavallo di catena, oppure appuntire leggermente le verghe.
Nessuno (dove lo avete letto?) attribuisce colpe preventive ai Carri. Le colpe sono di chi viola le norme dello Stato. Possono piacerci o meno ma se ci sono vanno rispettate e valgono per tutti. L’informazione che è stata data aveva una finalità esattamente contraria, ovvero consentire a tutti, specie ai Carri, di adottare le precauzioni necessarie ad evitare ogni tipo di responsabilità.
Questo il sunto delle cose. Quanto ai commenti sarebbe lungo rispondere a tutti. Va fatta però qualche precisazione rispetto a quanto letto in un post, quello della Professoressa Letizia Bindi. Mi sorprende l’ingenuità con la quale si propone di “aprire un tavolo molto avanzato e ampio tra comunità carristische, esperti e rappresentanti dell’universo animalista”. Faccio fatica a capire. Universo animalista? Ma davvero qualcuno immagina un tavolo attorno al quale si possano sedere fanatici che combattono le Carresi col sangue agli occhi e le “comunità carristiche”? (concetto che mi sfugge; chi: i presidenti dei Carri, coloro che governano le stalle, quelli che corrono … ?). Davvero qualcuno pensa che qualcuno delle stalle possa sedersi davanti ad una Brambilla di turno senza che ne venga fuori una rissa? Davvero qualcuno pensa che in questa materia vi siano animalisti buoni (con cui aprire tavoli) e animalisti cattivi? Sarebbe più facile un dialogo tra Galileo e l’Inquisizione. Quanto allo studio compiuto nel 2015, su questa pagina sono state tessute lodi e apprezzamenti (sinceri) in ogni circostanza utile. Basta rileggersi quello che ho scritto personalmente in molte circostanze. Sarà forse però il caso di precisare che si tratta del nostro studio, uno studio di parte, e che sino a quando non vi sarà uno studio terzo non possiamo continuare a cantarcela e suonarcela da soli. Starei attento, inoltre, a non infiammare ulteriormente animi già infiammati sostenendo che “se si correrà una sola volta totalmente senza pungolo, non permetteranno più che si torni ad utilizzarlo”. In un clima così arroventato, certe affermazioni sono benzina sul fuoco. Ciò detto, dall’estensore del post ai molti che lo hanno apprezzato, si organizzi il tavolo in questione. Sarò ben lieto di ricredermi.
E adesso passiamo ai saluti, perché personalmente ho deciso di fermarmi qui. Lo scorso anno, ogni giorno e più volte al giorno, mi sono sentito fare questa domanda: “Si corre?”. Io ho sempre risposto in un solo modo: “Sì”. Insieme ad un gruppo di persone abbiamo lavorato un intero anno, tra lo scetticismo e, in taluni casi, la derisione e le offese. Sapevo e sapevamo quello che stavamo facendo e abbiamo vinto quella battaglia che a tutti sembrava impossibile. Le Carresi sono tornate e questa è stata per me una gioia immensa e la risposta migliore a scettici e detrattori. Penso di aver dato un piccolo contributo alla tutela della nostra tradizione. Adesso però, davanti alle offese pubbliche e private, ai tanti maestri saliti in cattedra, ai tanti esperti di Carri che sanno tutto della corsa ma che ignorano o fingono di ignorare tutto il resto, rispondo con eleganza. Faccio un passo indietro. Alla domanda che inevitabilmente mi verrebbe riproposta: “Si corre?”, quest’anno, a queste condizioni, io non saprei rispondere. La risposta la lascio ad altri. In bocca al lupo».

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