All’appello mancano 32 degli 83 migranti trasferiti il 31 luglio da Lampedusa all’ex albergo Sweet dream di Campomarino lido. Dopo la fuga dalla struttura che si trova lungo la Statale 16 sono scattate le ricerche coordinate dalla Questura di Campobasso in collaborazione con i Carabinieri, la Guardia di Finanza, Polizia stradale e ferroviaria. Posti di blocco e controlli per rintracciare i giovani di nazionalità tunisina che non hanno rispettato la quarantena e sono fuggiti. Negativo il tampone effettuato il giorno di arrivo in Molise da parte della Asrem. Gli uomini, provenienti dalla Tunisia, sono fuggiti poco dopo l’arrivo sul litorale adriatico. Tanti, quindi, i migranti che mancano all’appello e cresce la preoccupazione nei residenti della zona. Da ricordare che i migranti fuggiti dalla struttura sono risultati negativi al Covid-19 ma ciò che si lamenta è l’assenza di adeguati strumenti per monitorare l’obbligo di quarantena ed evitare le fughe dai centri di accoglienza. Intanto le ricerche si allargano anche alle regioni limitrofe. Ieri anche il questore Giancarlo Conticchio si è recato sul posto per verificare la situazione. Sulle questione abbiamo ascoltato il sindaco di Campomarino Piero Donato Silvestri, che conferma il ricorso al Tar. «La struttura non si presta per ospitare migranti in quarantena. Non si presta perché ha tante vie d’uscita ed è facile scavalcare una finestra e fuggire. E’ubicata all’interno di una zona commerciale con le macchine che vanno e vengono. Le vie d’uscita sono tante, nonostante la forte presenza degli uomini delle forze dell’ordine. Il comune ha presentato un ricorso al Tar contro questo provvedimento, in quanto non siamo stati per niente coinvolti. Noi avevamo esposto le criticità della struttura, ci sono stati chiesti dei pareri e noi li abbiamo espressi. Il parere non era un parere netto, anche perché il parere sull’agibilità della struttura risale al 2004 e, pertanto, andava aggiornato anche dei relativi impegni che la gestione doveva fare riguardo l’impiantistica, la sicurezza e l’agibilità in senso stretto della struttura che, ha subìto negli anni: da albergo di 24/26 stanze per circa 50 persone, a centro di accoglienza per immigrati, con una capienza, secondo la prefettura, di 110 posti. Noi questo lo contestiamo e abbiamo fatto ricorso al Tar. C’è preoccupazione e rabbia da parte della comunità. Noi cerchiamo di sedare questa rabbia, abbiamo fatto tutti sacrifici durante il lockdown, e oggi invece? Ci portano in casa delle persone che avrebbero dovuto fare la quarantena non a Campomarino ma al momento dello sbarco. Li hanno portati prima in Molise, hanno fatto i tamponi a Campomarino e devono passare la quarantena a Campomarino, tutto questo significa aver ignorato qualche articolo di legge! La struttura non ha un luogo esterno dove poter stare, soprattutto durante questa giornate di caldo, queste persone che sono costrette a stare in quarantena sono costrette a star chiuse nelle stanze d’albergo. Non è facile per queste persone, e ribadisco la struttura non è idonea!»
E intanto, nelle ultime ore altri tentativi di fuga, ma sono falliti.

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