«Nostra sorella non è morta dove è stata ritrovata, in quella zona cercammo anche noi e non abbiamo trovato niente, così come le autorità che hanno perlustrato la zona con cani, i droni e l’impiego di tante persone».
A dirlo, con il dolore che ormai ha preso lo spazio delle flebili speranze che ancora resistevano, le sorelle di Incoronata Sebastiano, la 72enne scomparsa a Bojano lo scorso 6 dicembre e ritrovata lunedì pomeriggio a pochissimi metri dal punto di ultimo avvistamento. Sgomenta la comunità bojanese, anch’essa dilaniata dal dubbio: cosa è accaduto davvero a Incoronata?
È davvero morta lì, a pochi passi dal paese e dal ciglio della strada senza che nessuno si sia mai accorto di nulla? Oppure c’è dell’altro dietro quest’assurda vicenda che sta ormai assumendo i connotati di un vero e proprio giallo? A destare dubbi, sospetti assolutamente legittimi, l’incongruenza più grande: la zona è stata battuta palmo a palmo dalle squadre dei vigili del fuoco, dei carabinieri e del Cnsas, e appare assai inverosimile che la donna possa essere deceduta proprio lì, dove si concentrarono le ricerche nelle prime ore dalla denuncia di scomparsa. Sarà l’autopsia quindi a dover chiarire le tante perplessità e a far luce – si spera – sulle dinamiche dell’accaduto.
«Qualcuno potrebbe avercela buttata in quel luogo – dice Fernanda Sebastiano, sorella di Incoronata, arrivata a Bojano non appena le è stato comunicato il ritrovamento -. Non ci spieghiamo come sia possibile che sia stata ritrovata proprio lì, dove in tanti, compresi noi, hanno cercato». Insomma, un dolore che si rinnova: il ritrovamento del corpo di Incoronata Sebastiano è ora come una ferita lancinante che si riapre dopo giorni e giorni di sofferenza, dopo due mesi di dolore senza fine.
Quella borsetta stretta ancora tra le mani, nel momento in cui un pastore del posto l’ha ritrovata per caso nel tardo pomeriggio di due giorni fa. Quello scialle posizionato quasi a coprirsi il volto. Tutto lascia pensare che Incoronata sia morta così, provando a ripararsi dal freddo, senza mollare quella borsa che portava sempre con sé, e che tanti le avevano visto in mano anche il giorno della scomparsa confondendola con una busta della spesa.
Saperla lì, in una delle zone battute sin dalle prime ore delle ricerche con tutti i mezzi a disposizione di vigili del fuoco, carabinieri e soccorso alpino, lo stesso punto in cui anche alcuni bojanesi l’hanno chiamata a voce alta in quei giorni frenetici nel tentativo disperato di ritrovarla sana e salva, fa male. Precisamente al chilometro 208+600 della strada statale 17, a un passo dal ciglio della strada, lì dove nelle vicinanze scorre anche un piccolo corso d’acqua.
Ed è sempre Fernanda che racconta ai cronisti di «Chi l’ha visto», che ieri l’hanno raggiunta a Bojano, il triste epilogo della scomparsa di sua sorella Incoronata. La trasmissione di Rai 3 ha seguito la vicenda fin da subito, ha raccolto gli appelli dei familiari, ha dato voce allo sdegno del fratello che vive a pochi chilometri da Bojano e che aveva appreso della scomparsa della sorella dalla radio. «Solo lei sa quello che le è successo», commenta con dolore Fernanda, immaginando solo quello che potrebbe essere accaduto alla 72enne e auspicando che sul corpo senza vita vengano effettuati tutti gli esami necessari a capire di più su questa tragica fine.
Il pensiero di una donna che muore così, sola, al freddo, a poche decine di metri dal paese, fa a cazzotti con una realtà in cui perdersi a pochi passi da casa sembra impossibile, in cui tutti sanno quello che accade tra le mura dei vicini, in cui con pochi click siamo abituati a spulciare nelle vite di chiunque.
Incoronata, invece, per alcuni momenti è stata invisibile, e quegli attimi le sono stati fatali.
Vani tutti i tentativi di riportarla a casa in vita. Vane le speranze, anche le più fantasiose, di chi per il suo bene si è voluto aggrappare alla possibilità che la donna potesse essere salita su qualche mezzo per recarsi altrove. Nel tardo pomeriggio di due giorni fa il castello delle speranze è crollato. Incoronata non c’è più e ora soltanto le indagini degli inquirenti – probabilmente anche mediante l’esame autoptico e le analisi di rito – potranno chiarire con esattezza ciò che le è accaduto dopo quel maledetto 6 dicembre, quando in una delle sue brevi e sporadiche passeggiate ha deciso di spingersi evidentemente oltre la consuetudine, fino a dirigersi sulla strada statale 17.
La conferma che si trattasse effettivamente di lei, che quel corpo rinvenuto in posizione supina fra sterpi e rovi fosse quello di Incoronata è arrivata nella tarda serata di lunedì dal comando della Compagnia dei Carabinieri di Bojano, dopo il riconoscimento avvenuto tramite fotografia effettuato da un’amica che si prendeva cura di lei e anche attraverso gli indumenti che la donna aveva indosso e la borsa che stringeva al petto.
Sul luogo del ritrovamento per ore hanno lavorato i carabinieri, i vigili del fuoco, il magistrato di turno e la polizia stradale che ha aiutato a regolare il traffico, fino al trasferimento del corpo all’obitorio del Cardarelli. Tra le prime ipotesi al vaglio, intanto, quella che possa essere scivolata in un canale nelle vicinanze, e che col tempo e le variazioni delle condizioni climatiche il corpo sia riemerso. Ma al momento non si esclude nulla.
Tanti infatti i dubbi soprattutto relativamente all’ipotesi che il corpo di Incoronata possa essere sfuggito alle ricerche. Non si può escludere quindi, ad esempio, che Incoronata si sia allontanata, forse ostaggio di un momento di confusione, e solo in momento successivo, nel tentativo di tornare indietro, di avvicinarsi alla sua casa sia stata colta dalla stanchezza e dal freddo, fatali per la 72enne. O altri più oscuri scenari. Nella speranza quindi che alla famiglia e a tutta la comunità matesina sia restituita la verità sulle ultime ore di Incoronata, intanto le sue sorelle, il fratello, l’amica che ne ha denunciato la scomparsa quello stesso giorno, i vicini che le volevano un gran bene e la città di Bojano, potranno darle l’ultimo saluto, con l’augurio che ora Incoronata possa davvero riposare in pace.
giorgio rico

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