I lavori di rifacimento delle fogne cittadine ultimati sei-sette anni fa e mai collaudati, rappresentano senza dubbio il simbolo italiano di come si possa sperperare in maniera vergognosa il denaro pubblico. Un’opera costata diversi milioni di euro, oltre 8 per l’esattezza, pari a 16miliardi di vecchie lire, che versa in uno stato di totale degrado e che con il trascorrere del tempo continua a mostrare segni sempre più evidenti di rovina.
La Procura della Corte dei conti – e non solo – dovrebbe intervenire al più presto prima che i reati si siano prescritti, se già non lo sono, per fare chiarezza sull’intera vicenda e individuare eventuali responsabilità su questa assurda storia che sta danneggiando sempre più le casse municipali e quindi le tasche dei cittadini. Molti sono coloro che si chiedono cosa abbiano fatto gli amministratori e i tecnici preposti al controllo per evitare che si consumasse questa assurda situazione penalizzante per la comunità. Probabilmente nulla!
Di quest’opera realizzata in maniera approssimativa e forse con materiale non di prima scelta, ci siamo già occupati in passato, senza che nulla cadesse. C’è stato anche l’esposto di un cittadino che ha denunciato alle autorità competenti il disastro che è evidente e sotto gli occhi di un’intera comunità e che a tutt’oggi ancora non trova risposte ai propri interrogativi circa le responsabilità di questa ennesima vergogna di lavori pubblici realizzati negli ultimi lustri a Bojano.
Salita Piaggia, Salita Pandone, via Biferno, via Conte Ugone, via Porta di Visco, vico Mastrangelo e via Sant’Antonio Abate, come abbiamo già avuto occasione di riferire, sono certamente le strade simbolo della vergogna dei lavori di rifacimento delle fogne cittadine. Durante la loro esecuzione ci sono state lamentele e polemiche diffuse sull’andamento singolare dei lavori con numerosi solleciti per un intervento dei tecnici preposti al controllo, ma stranamente costoro si sono mostrati sempre sordi ed indifferenti a quello che stava accadendo.
Sorvoliamo sulle opere non visibili realizzate nel sottosuolo, cioè le condotte fognarie, sulle quali ci sarebbe anche da dire molto, e limitiamoci soltanto alle pavimentazioni in superficie. Ebbene, sia le betonelle utilizzate e sia le bitumazioni eseguite per ripristinare le sedi stradali, a distanza di pochi anni sono ormai tutte da rifare.
Salita Piaggia rappresenta sicuramente la zona più compromessa da questi lavori, sicuramente era meglio lasciare lo stato dei luoghi come era prima, quanto meno i residenti non avrebbero dovuto sopportare i disagi emersi all’indomani della ultimazione dei lavori. Addirittura la maggior parte dei locali al piano terra che in precedenza si trovava ad un livello superiore rispetto alla pavimentazione stradale esistente, successivamente si sono venuti a trovare ad una quota più bassa con l’acqua piovana che entra in casa. Ma non è solo questo il problema. Gran parte della pavimentazione costituita da betonelle è ormai saltata, come del resto anche i coperchi di ghisa di diversi pozzetti di scarico. A vedere oggi Salita Piaggia si ha la netta impressione che i bombardamenti che Bojano subì dall’aviazione alleata nell’autunno 1943 sono continuati nel tempo fino ai giorni nostri.
Lavori, ultimati da oltre un lustro, che ancora non possono essere collaudati. Sicuramente nessuno si assumerebbe una responsabilità del genere.
Un altro aspetto discutibile dell’intera vicenda è come sia stato possibile liquidare l’ultimo Sal (stato di avanzamento dei lavori) all’impresa appaltatrice senza prima eseguire il collaudo.
Generalmente l’ente pubblico prima di liquidare le ultime spettanze alla ditta trattiene una cospicua somma e soltanto a collaudo avvenuto salda il rimanente importo. Al Comune di Bojano, invece, tutto ciò, stranamente, non è avvenuto, probabilmente c’è stato l’interesse di qualcuno ad affrettare i tempi di pagamento.
Un’opera che sin dall’inizio ha fatto discutere, infatti, nella zona storica c’erano delle fogne risalenti alla fine dell’Ottocento, vere e proprie opere d’arte efficientissime, che non avevano mai dato problemi, e che sono state smantellate per essere sostituite con tubi in pvc che hanno cominciato a creare disagi non indifferenti.
Addirittura sono avvenuti casi in cui alcune abitazioni al piano terra hanno avuto ritorni, dai sanitari, di liquami dalle fogne pubbliche, con enormi problemi di carattere igienico-sanitario.
Sono state posizionate betonelle di scarsa qualità, che dopo qualche mese hanno cominciato a sbriciolarsi, a rompersi e muoversi, senza che il direttore dei lavori o qualche amministratore informato dell’accaduto sia intervenuto a contestare la messa in opera di quel materiale scadente.
Va ricordato che già la progettazione all’origine presentava aspetti singolari perché si è scelto di realizzare fogne in località dove c’erano non abitanti ma solo ruderi di case, zone sprovviste di condotte idriche, come località Mucciarone, o ancora zone collinari dove sono presenti soltanto stalle, penalizzando invece zone periferiche abitate da nuclei familiari che a tutt’oggi scaricano ancora i loro liquami in pozzi neri.
Nella zona della Canala, in località Pietrecadute, le condotte fognarie sono state posizionate addirittura ad un metro di altezza dalla superficie calpestabile anziché nel sottosuolo, stravolgendo completamente lo stato dei luoghi con il conseguente allagamento costante di quelle zone in occasione di forti temporali.
Una serie di criticità e di disastri su cui molti cittadini hanno pensato che forse sarebbe stato meglio lasciare tutto come era prima. Un quadro generale penalizzante per l’intera comunità, che crea solo sconforto, sfiducia e disaffezione verso le istituzioni da parte dei bojanesi, in quanto sono consapevoli che i responsabili di questi disastri resteranno, purtroppo, impuniti.
Ermes

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