Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato i problemi relativi ai disagi della stazione ferroviaria di Bojano che è off limits per disabili e anziani. Sulla problematica registriamo l’intervenuto del Movimento Area Matese con il suo portavoce, Alfonso Mainelli. «Hanno abolito le ordinanze sindacali? Insomma, la legge deve farsi rispettare prima di tutto nei pubblici servizi – esordisce Mainelli -. Non è che davanti ai giudici ci debbano andare a finire solo i poveri cittadini che non ottemperano alle ordinanze sindacali adottate per motivi di sicurezza. Rete Ferroviaria Italiana, nel 2018, ha fatto registrare ricavi operativi per 12,1 miliardi di euro e un risultato netto di 559 milioni di euro. Rfi è interamente partecipata (100%) da Ferrovie dello Stato Italiane, perciò i parlamentari molisani si facciano sentire sia per l’ascensore presso la stazione ferroviaria e sia per eliminare il passaggio a livello su via Croce. Nel 2018, Rfi ha fatto investimenti tecnici per 7,5 miliardi di euro ed è ora di finirla con questi atteggiamenti umilianti per la nostra terra. Gli utili d’esercizio devono essere utilizzati secondo una scala obiettiva di priorità» sottolinea il portavoce di Area Matese che si chiede da dove venga questo disinteresse così marcato verso i cittadini. «Ormai non è più antagonismo politico – prosegue -. E’ uno scontro di culture tra chi vota per interesse e chi vorrebbe un posto diverso in cui vivere. Solo che i primi sono a capezza di un potere che gestisce soldi pubblici senza alcun serio controllo, per cui sono incollati ai soliti gruppi di potere locale; gli altri, che potrebbero ribaltare la situazione, non fanno gruppo. La conseguenza è la Bojano del terzo millennio, una città appassita, senza cultura né forza vitale, che, purtroppo, pur sapendo dove sono le responsabilità di questo decadimento civico, non reagisce, non partecipa; una società le cui forze migliori si isolano dal contesto e cadono nel più grave errore di ogni formazione sociale regredita in un cupo medioevo: l’individualismo. Intanto il peggio di essa ingrassa, sapendo che, comunque, alla fine, la ragnatela costruita un po’ sulle amicizie familiari e un bel po’ sulla forza che deriva dall’impunità, li farà restare al comando. Diciamoci la verità, in una regione piccola come il Molise se non funziona la magistratura non emergerà mai una forza sociale veramente alternativa. Per cui mi pare evidente quale sia il primo punto dell’agenda politica di chi voglia davvero cambiare questa città».
E.C.

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