Dopo oltre mezzo millennio di permanenza, i padri domenicani della gloriosa Provincia di Napoli lasciano il convento di Santa Maria della Libera di Cercemaggiore.
La notizia circolava da tempo. Adesso è ufficiale. Il passaggio di consegne avverrà domattina nel corso di una funzione religiosa che si terrà presso il santuario della Libera e sarà presieduta dall’arcivescovo di Campobasso-Bojano GianCarlo Maria Bregantini.
Nel 2015, il Consiglio di Provincia dei padri domenicani decise la soppressione della Casa di Cercemaggiore. Immediatamente il Maestro dell’Ordine emise apposito decreto e comunicò la decisione all’amministrazione comunale.
«Al di là delle ragioni morali, valoriali, sentimentali, storiche, tutte validamente rivendicate dai fedeli venuti a conoscenza del decreto – fanno sapere dal Municipio di Cercemaggiore -, l’amministrazione comunale si è adoperata per evitare che il convento restasse incustodito, nemmeno per un giorno (sarebbe stato un disastro), e che il santuario continuasse ad essere un faro di luce spirituale per l’intera Valle del Tammaro».
Si chiude dunque un capitolo e se ne apre un altro. La comunità di Cercemaggiore è molto legata ai padri domenicani, la cui permanenza coincide quasi con il ritrovamento della statua lignea della Libera che risale al 1412. «Il 12 luglio 1414 – si legge sul sito del santuario – una commissione di cercesi, costituita dall’arciprete e da alcuni rappresentanti della popolazione, chiese all’arcivescovo di Benevento Donato d’Aquino, dei principi di Grottaminarda, l’autorizzazione ad erigere sul posto dove due anni prima era avvenuto il ritrovamento della gloriosa statua della Libera, nascosta dalla pietà dei fedeli per evitarne la distruzione dai feroci e terribili iconoclasti, una cappella ed un convitto. A rendere possibile la donazione del piccolo santuario ai padri domenicani fu il passaggio nel 1478 del feudo di Cercemaggiore, bene dotale di Giovannella di Molise, al marito Alberico Carafa, erede del potente zio Diomede Carafa, legato alla monarchia aragonese e grande amico dei domenicani di Napoli. Non è escluso che questi ultimi si recassero al Santuario della Libera fin dal 1478. Fu però solo con la Bolla “Venerabilis Frater”, datata 18 dicembre 1489, che Papa Innocenzo VIII, accondiscendendo al desiderio della famiglia Carafa, affidò la cura del santuario ai padri domenicani. Un documento del 5 gennaio 1495 del re Alfonso II attesta che in due anni, grazie alla generosità del ricco barone napoletano e di sua moglie, i religiosi riuscirono a costruire, annesso al santuario, l’annesso convento».
Il santuario della Libera, oltre ad essere un ‘monumento’ molto bello e forse poco conosciuto, conserva pregiatissime opere d’arte, tra cui la seicentesca statua della Madonna della Libera e il prezioso tesoro che negli anni i fedeli hanno donato per devozione alla Vergine.
L’arcivescovo Bregantini, l’arciprete Giuseppe Di Iorio e l’amministrazione comunale invitano tutti i cercesi e tutti i devoti del santuario alla funzione di domenica,15 ottobre 2017, alle ore 10.30, nella chiesa di Santa Maria della Libera di Cercemaggiore, per salutare i padri domenicani che lasciano il convento e per dare il benvenuto ai frati della Comunità Maria Stella dell’Evangelizzazione, nuovi custodi del santuario.
ppm

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