È partita la sperimentazione “didattica da… fuoriclasse”. Gli alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria dell’Istituto Comprensivo Petrone hanno sperimentato un nuovo modo di fare scuola. Il 29 novembre gli alunni dell’intero Istituto hanno indossato le vesti di avventurieri, creatori, esploratori e pionieri e svolto le lezioni in spazi accreditati della città, parte costitutiva del processo di apprendimento.
Ventiquattro i laboratori progettati dai docenti a cui gli alunni hanno potuto scegliere di partecipare: Tutti insieme-Yoghiamo, Laboratorio di Coding: riciclando si impara, Ieri oggi e domani, Musicartenumerando, Manifesta, Dentro la notizia, Un pasticcio internazionale, Con… tatto, Conosco e amo la mia città: i Misteri, Alla scoperta del museo della scuola, Un giorno da attori, Artistica…mente, Dietro le quinte, Ricreo giocando, L’ape va a scuola, Processo in biblioteca, A spasso tra le note, Esploratori di città, Spaghetti bridge, In giro per la città, App… rendo in movimento e Metti in sfida la tua creatività.
Un apprendimento in movimento che rivolge lo sguardo ai sistemi educativi nordeuropei, con le radici ben salde nella tradizione pedagogica italiana, e in linea con la spinta evolutiva dell’Istituto Petrone per la costruzione di nuove strategie didattiche al passo con i tempi.

«Dopo la pandemia era necessario rivoluzionare il concetto di classe»

Soddisfatto del percorso realizzato dai ragazzi il dirigente scolastico dell’istituto Petrone, dottore Giuseppe Natilli, che ha accettato con entusiasmo di sposare il progetto.
Dottore Natilli come mai la scuola ha deciso di sperimentare questa nuova metodologia?
«La scuola si analizza e progetta nuove metodologie. Noi abbiamo preso atto che, dopo la pandemia, i ragazzi avevano bisogno di vivere la scuola non chiusi nella loro classe ma in gruppi di lavoro aperti. Inoltre abbiamo rilevato la necessità di sperimentare metodologie che potessero disegnare il percorso in modo da far sviluppare la motivazione allo studio e permettere l’allenamento delle soft skill (capacità di lavorare in gruppo, progettazione, resilienza, ecc)».
Da dove nasce l’idea di trasformare la scuola in un paesaggio didattico?
«L’analisi di studi accreditati sulle neuroscienze ci hanno fatto comprendere l’importanza del movimento per attivare un apprendimento multicanale. Inoltre per accendere la motivazione dei ragazzi, alla base dell’apprendimento, è necessario far sperimentare loro le richieste che il mondo del lavoro fa. Quindi, per portare i ragazzi sul territorio, ci siamo avvalsi, nella progettazione didattica, del supporto delle “oasi culturali” presenti sul territorio che ci hanno accolto».
Cosa c’è nel futuro dell’Istituto Petrone dopo questa sperimentazione?
«La sperimentazione ci fornirà dati necessari a rimodulare l’azione pedagogico-didattica dell’Istituto. Sarà nostro interesse comunicare le risultanze di tale sperimentazione in azione, anche attraverso una pubblicazione scientifica, per aiutare l’intera comunità educante a ragionare sulla necessità di rispondere fattivamente ai bisogni formativi in evoluzione. Si è spesso sentito parlare della necessità di applicare nuove strategie/metodologie didattiche ma poco si conosce di ciò che all’interno di ogni scuola effettivamente avviene.
Ci auguriamo che questo progetto sperimentale sia l’occasione per evidenziare l’importanza e la necessità di investire nella sperimentazione pedagogica, nella ricerca-azione e nella costruzione di comunità di pratica di professionisti provenienti anche da altre Istituzioni».

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