Mentre il governo Meloni ha definitivamente cancellato il reddito di cittadinanza (il sussidio mensile, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, non sarà più erogato a partire dal 1° gennaio 2024 e sarà sostituito dal cosiddetto ‘assegno di inclusione’, ndr), a Campobasso gli esponenti della giunta comunale difendono la misura, evidenziando come abbia funzionato dal punto di vista sociale, fornendo un aiuto concreto a persone e famiglie in difficoltà economica, ma sia servita anche alla collettività. Come? attraverso i progetti di pubblica utilità. A fornire un quadro di quanto fatto in questi anni è l’assessore alle politiche sociali Luca Praitano:
«Perché non impiegate le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza? Questa è una domanda che leggo spesso sui social e che sento di frequente in giro, ma sempre formulata in maniera retorica, lasciando intendere che ci sia una volontà politica specifica di alimentare forme di assistenzialismo.
In realtà, soffermandomi a parlare di ciò che conosco, il Comune di Campobasso è tra i più virtuosi d’Italia, avendo attivato il prima possibile e in numero considerevole progetti di utilità collettiva che hanno fornito un supporto eccezionale ai diversi settori dell’ente.
La delibera di giunta 142 del 16 maggio è servita proprio per approvare le ultime schede progettuali nei seguenti settori: 1 titolo “digitarchivio 2023”, ambito di intervento “culturale”; 2 titolo “supporto ufficio sociale 2023”, ambito di intervento “sociale” ; 3 titolo “servizi culturali 2023”, ambito di intervento “cultura” ; 4 titolo “il nostro ambiente 2023” ambito di intervento “ambiente”; 5 titolo “città verde 2023” ambito di intervento “ambiente”; 6 titolo “stato civile 2023” ambito di intervento “cultura”.
Solo a titolo di esempio, con il progetto “Digitarchivio”, che si sta rinnovando per un altro periodo, il Comune è riuscito a digitalizzare buona parte degli archivi, con particolare riferimento a quello di Urbanistica, consentendo di rendere molto più rapide ed efficienti le ricerche di documenti risalenti anche a diversi decenni fa.
Un altro esempio? Avendo competenza per il trasporto scolastico, ho registrato inizialmente qualche criticità dovuta al fatto che gli autisti sono soli sugli autobus e diventa difficile gestire eventuali problemi che si possono verificare durante il trasporto. Con un PUC dedicato abbiamo affiancato agli autisti alcuni percettori di Rdc, aumentando considerevolmente la vigilanza dei bambini e svolgendo, quindi, un importante compito di prevenzione circa i fenomeni di violenza.
La verità è che il Rdc è uno strumento che, almeno per la parte sociale, sta funzionando e, sebbene questo Governo abbia dichiarato urbi et orbi di volerlo cancellare, di fatto si sta cercando solo di cambiargli il nome, apportando delle modifiche che colpiranno proprio le persone che ne hanno più bisogno. La misura andava modificata, ma per la parte che riguarda l’inserimento al lavoro e, lasciatemi dire, sono molto scettico che gli interventi previsti potranno funzionare».

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