Sono tanti gli elementi ancora poco chiari intorno al presunto suicidio di Carmine Petrillo, il 40enne trovato morto domenica 12 novembre ai piedi del complesso Le Torri di via De Sanctis. Innanzitutto i motivi che hanno spinto l’uomo, padre di una bimba di due anni, a compiere un gesto così estremo. Tanto che il pm Vittorio Gallucci ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di maltrattamenti: tre le persone iscritte sul registro degli indagati, tutte legate all’ambiente di lavoro di Petrillo. A subire lo stesso trattamento, forse anche il collega del 40enne, inserito successivamente dalla Procura come parte lesa.
Ma nelle ultime ore sono emersi ulteriori particolari, incongruenze sulla dinamica del decesso del 40enne. Come riportato da Telemolise, gli investigatori sono al lavoro per ricostruire i suoi ultimi istanti di vita. Stando infatti alla prima ispezione cadaverica effettuata dal medico legale giunto sul posto, la morte di Petrillo è stata causata da importanti traumi da precipitazione. Il corpo dell’uomo era infatti riverso sopra il porticato dello stabile, ma l’unica finestra trovata aperta dai carabinieri era quella del primo piano. Dunque, un’altezza non compatibile con i traumi riportati dalla vittima. Nessuna impronta o traccia riconducibile al 40enne, invece, sul tetto del palazzo, raggiungibile attraverso una botola che i carabinieri hanno trovato aperta. Insomma, il giallo si infittisce. Per questo la Procura attende i risultati dell’autopsia che daranno elementi più precisi sulle cause del decesso.

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