Un progetto che da un lato si candida a rafforzare le politiche sociali, supportando i minori in situazioni di disagio, e dall’altro a ‘salvaguardare’ le casse del Comune che, ogni anno, spende circa 800mila euro per pagare le rette delle strutture dedicate ai minori.
Si chiama “Educommunity”, il progetto presentato dal Comune di Campobasso in partenariato con la Cooperativa Sirio, che è stato ammesso – insieme a soli 21 progetti in tutta Italia – al finanziamento per la selezioni di progetti sperimentali di innovazione sociale, indetto dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parliamo di cifre cospicue: fino a un milione e 600mila euro diviso in tre tranche.
Questa mattina, in una conferenza stampa convocata a palazzo San Giorgio per illustrarne le caratteristiche, ne hanno parlato il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, l’assessore alle Politiche Sociali, Luca Pratiano, e i rappresentati della Cooperativa Sirio.
«Il merito di questo risultato, che ha una grande importanza strategia e programmatica in vista di quelli che saranno i progetti futuri della nostra amministrazione in ambito sociale, va riconosciuto pienamente alla nostra struttura delle Politiche Sociali e alla Cooperativa Sirio, partner del progetto presentato», ha detto ieri il sindaco Roberto Gravina nel corso della conferenza stampa indetta con l’assessore alle Politche sociali Luca Praitano e al rappresentante della cooperativa Sirio Lino Iamele. «Con abnegazione e con la perfetta conoscenza delle dinamiche di elaborazione che un progetto così importante richiede, tutti gli attori di questa operazione programmatica hanno collaborato con l’intento preciso di concretizzare un metodo di intervento sulle problematiche che comporta il disagio minorile, innovativo, ammesso, proprio per questo, al finanziamento dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri con un punteggio di tutto rispetto che deve rendere orgogliosi tutti noi campobassani, perché è la dimostrazione del valore delle professionalità che siamo capaci di mettere in campo e di ottimizzare facendo rete».
«Un risultato estremamente importante per il capoluogo – ha sottolineato l’assessore Praitano – sia per la difficoltà con cui solitamente si accede a questo tipo di finanziamenti, sia per l’opportunità per Campobasso di usufruire di un grande strumento per affrontare con competenza e decisione il tema del disagio minorile. Relativamente ai servizi per minori in condizioni di disagio, il Comune di Campobasso sta scontando nel tempo diverse problematiche legate principalmente ad un eccesso di domanda ed un aggravio di costi. Stanno aumentando le disposizioni delle autorità giudiziarie per il collocamento dei minori in disagio nelle comunità residenziali autorizzate (“istituzionalizzazione”), con conseguente aumento dei costi per il Comune, che spesso deve anche ricorrere a centri extra territoriali. Un altro problema legato a questa situazione è connesso ai minori in comunità che, raggiunta la maggiore età, hanno tempo al massimo 3 anni per rendersi autonomi sotto il profilo lavorativo, abitativo e sociale (giovani che per quanto abbiano raggiunto la maggiore età, sono ancora sottoposti alla tutela dell’autorità giudiziaria fino ai 21 anni, definiti Modello “O”, d’ora in poi indicati come neomaggiorenni), quindi possono rimanere nelle strutture residenziali o semiresidenziali. Spesso i 3 anni sono insufficienti all’autonomia dell’individuo. Infine, ma non meno importante, le comunità di accoglienza spesso vengono gestite in modo scollegato e senza sinergie con le restanti sedi educative del territorio (scuole, centri sportivi, culturali e di intrattenimento, ambiti formativi, ecc.), dove per altro il minore avrebbe l’opportunità di intensificare i rapporti con coetanei non in condizioni di disagio».
La finalità del progetto consiste nella creazione di una nuova struttura semiresidenziale e di servizio, anche con unità anche residenziali, (per questo il Comune sta valutando di utilizzare edificio di proprietà attualmente inutilizzati) che possa essere gestita in-house dal comune e che al contempo possa diventare centro nevralgico di una nuova comunità educante. Questo centro avrà l’obiettivo di accogliere tutti i minori, con particolare attenzione per coloro che vivono in contesti familiari multiproblematici, utilizzando un approccio inclusivo e integrativo che riduca il ricorso all’istituzionalizzazione. La gestione diretta permetterà un risparmio economico e soprattutto maggiori benefici sociali relativamente a: aumento di collegamenti con altri ambiti educativi del territorio, incremento delle famiglie disponibili agli affidi, maggiore inserimento dei minori in nuove famiglie affidatarie, maggiore reinserimento dei minori nelle famiglie di origine, maggiore progettualità per la crescita professionale, maggiore inclusione lavorativa e sociale neomaggiorenni (18-21 anni).
I finanziamenti ai quali si è avuto accesso saranno ripartiti in tre fasi: fino a 150.000 euro per la fase prima fase di progettazione; fino a 450.000 euro per la seconda fase e fino a 1.000.000 di euro nella terza.
«L’obiettivo generale è aumentare l’inclusione sociale dei minori presenti nel Comune di Campobasso (tutti i minori), seguendo un approccio di prevenzione, – ha ribadito Praitano – che possa ridurre sia gli interventi di tutela dell’autorità giudiziaria che gli inserimenti in comunità educative, grazie alla presenza ed incremento di attori educativi nel contesto comunitario. “Educommunity” è un progetto che abbiamo tutti fortemente voluto e per raggiungere l’obiettivo abbiamo lavorato molto e con caparbietà per questo siamo ancora più felici che l’impegno profuso sia stato ripagato».

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