Nascono a Campobasso negli anni ‘70, i New Harlem, grazie alla musica, alla voglia di fare musica, trasmessa loro dai genitori appassionati di canto, e a loro volta musicisti, che li hanno sempre sostenuti nel percorso canoro e musicale.
Agli esordi la band era formata da Giacomo Raimondo, chitarrista; Franco Iacobucci, al basso; Donato Cimaglia, alla batteria; Vito Battista, cantante; Nino Iacobucci, all’organo; Pasquale Ialenti, al sassofono e clarinetto.
I componenti non adottano un look particolare, pur curando l’immagine, e le prove le fanno in un garage.
Sin da subito ricercano repertori da proporre e studiano anche la musica del passato, animati dal desiderio di dare sempre il massimo e di trasmettere sentimenti e sensazioni.
I primi anni sono vissuti in maniera goliardica ma accademica.
In seguito il gruppo si perfeziona, completandosi con l’arrivo di nuovi elementi, bravi musicisti che contribuiscono alla realizzazione di progetti importanti a livello nazionale ed internazionale.
Creano, così, sempre un loro ‘momento’, una loro occasione, perché risulta, ad oggi, impossibile etichettarli in un genere musicale specifico.
A metà degli anni ‘80, la new entry è Pierluigi Armagno, che prende il posto di Nino Iacobucci, che, per motivi personali, lascia la band.
Il suo arrivo segna l’inizio di un intenso studio di repertori che il gruppo propone con talento, buon gusto, tempismo e voce, ricercando sempre la qualità, curando i supporti tecnici e coltivando collaborazioni con artisti anche d’Oltralpe.
I New Harlem partecipano, quindi, ad eventi e manifestazioni di rilievo, e, negli anni ‘90, si consolidano attraverso la scelta di musiche di artisti del calibro di Fred Buscaglione e Renato Carosone.
Tutti i componenti ricordano con piacere quel periodo. In particolare, dall’allora direttore Marcello Albino, vengono invitati ad esibirsi presso la Casa circondariale di Isernia, nell’ambito delle iniziative culturali organizzate nel penitenziario.
L’evento viene tenuto alla presenza di direttori di altre case circondariali ed autorità ed il complesso si esibisce con il repertorio di Carosone. Un successo, tanto che proprio quest’ultimo, per motivi di salute in diretta telefonica da casa sua, si complimenta e li incoraggia per la prosecuzione del percorso intrapreso.
Nel 2002, il gruppo, con formazione allargata – un tenore, un contralto ed una selezione di strumenti a fiato, tromba e sax -, e con arrangiamenti di Pippo Tiberio, strumentista, pubblica il primo album dal titolo “Tu vuo’ fa l’americano – Tributo a Renato Carosone”, con la D.V. More record di Milano.
Un disco dedicato al grande maestro napoletano, di cui ripercorre la carriera, attraverso le più note melodie. L’album, prodotto da Salvatore Messina, impresario lungimirante e coraggioso, riscuote un buon successo e viene recensito su “Il Mattino” dal critico musicale Federico Vacalebre, che conia il termine ‘carosuono’ per la band, che riesce a rievocare lo stile solare e brioso di Carosone.
L’impegno della formazione viene ancora una volta premiato con l’invito, come band hause, al “Premio Renato Carosone”, importante manifestazione artistica che si svolge, ogni anno, a Napoli.
Durante la serata, andata in onda su Rai Uno e presentata da Renzo Arbore, accanto ad artisti come Massimo Ranieri, Tullio De Piscopo, Avion Travel, Eugenio Bennato, i New Harlem si esibiscono con tre melodie del compianto maestro, accompagnando Mirna Doris in una versione inedita di “T’aspetto ‘e nove”, ricevendo nuovamente grande apprezzamento da Vacalebre, direttore artistico dell’evento.
Nel percorso musicale dei New Harlem, Carosone segna, insomma, un momento di grande successo di pubblico e critica.
Il gruppo, spinto dall’amore per la propria terra e dal desiderio di valorizzare le proprie radici culturali e musicali, studia, nel frattempo, anche melodie e testi delle canzoni popolari molisane, nella convinzione che è importante conservare la propria identità.
Il complesso pensa anche alle piccole e grandi comunità di emigrati molisani nel mondo, arrangiando le partiture in chiave moderna (essendo gli strumenti diversi da quelli del passato), riproducendo fedelmente le melodie.
Riceve incoraggiamento, in questo percorso, da due importanti nomi della poesia e della musica popolare molisana: Tonino Armagno e Domenico Fornaro, nonché dal giornalista Giuseppe Tabasso, figlio del maestro Lino, anch’egli autore dei più bei testi della musica popolare campobassana e molisana. Porta, così, alla ribalta i successi della famosa “Piedigrotta Molisana del 1925” e delle melodie scritte dai più noti compositori molisani.
Ricordiamo, a tal proposito, i concerti al Teatro Savoia di Campobasso “Truvamece a sta festa” (nel 1995), “Campobasso Felix”, serata dedicata a Lino Tabasso (nel 1999), e “Campuasce… Campuasce” (nel 2003), con la partecipazione della soprano Tiziana de Santis, del tenore Nello Toti e delle voci più suggestive della tradizione popolare campobassana: Adriano Parente, Benito Faraone, Tony Mendola, Mario Colitti, Pietro Armanetti e altri ancora.
Il 2006 vede l’uscita del secondo album “Maledetta la miseria – Storie di emigrazione molisana”, un disco che racconta l’emigrazione attraverso le composizioni degli autori della nostra terra.
Tanti sono gli eventi, organizzati dai vari comuni molisani, alla presenza delle istituzioni regionali, e, all’estero, presso le comunità di corregionali, a cui il gruppo partecipa, portando, attraverso la musica, calore ed affetto della terra natia (Belgio – La Louviere e Svizzera, su invito della FEAM – Federazione Europea degli Emigranti Molisani -, in occasione del Trentennale della Federazione, per citare alcuni).
È ancora un progetto musicale quello su Eldo Di Lazzaro, molisano di adozione, essendo nato in Sicilia, ma vissuto, adolescente, a Trivento, in virtù del trasferimento del padre militare nel centro molisano.
Egli viene ricordato, nel 2007, nell’ambito del I Festival a lui dedicato, inserito nel cartellone della Regione Molise “Moliselive”, dove i New Harlem, invitati a partecipare, eseguono le sue più note composizioni nel corso di una conferenza-spettacolo, presentata dal critico Dario Salvatori, che si complimenta con la formazione.
L’anno successivo, il complesso pubblica il suo terzo album “Chitarra romana: i successi di Eldo Di Lazzaro”, una raccolta dei più celebri motivi del compositore, unico nel suo genere e frutto di un attento lavoro di ricerca, ed è ancora un successo. I New Harlem sono, così, di nuovo a Trivento, invitati alla II Edizione del Festival “Eldo Di Lazzaro”, dove Renzo Arbore, ospite con la sua Orchestra Italiana, si complimenta pubblicamente con loro.
Nel 2009 la formazione è ancora accolta sul palco triventino e partecipa ad un concerto, organizzato dalle associazioni locali nel borgo antico, sempre in memoria del compianto Maestro; evento di nuovo presentato da Dario Salvatori che, anche in questa serata, elogia il gruppo.
Tante sono state, negli anni, le partecipazioni della band a manifestazioni di rilievo (Larino – Forum regionale degli Assessori alla Cultura; Campobasso – Hotel Rinascimento e Auditorium dell’Istituto “Petrone”) e tanto l’impegno per i molisani emigrati, dunque.
Alla III e alla IV Conferenza dei “Molisani nel Mondo”, il gruppo incanta i presenti con le canzoni popolari della nostra regione ed i delegati delle varie associazioni molisane manifestano l’intenzione di inserirlo tra le formazioni che devono dare testimonianza della loro attività per la cultura molisana.
Inizia, così, una nuova esperienza oltreoceano (2011-2012), dove, con il patrocinio della Regione Molise, i New Harlem tengono diversi concerti, organizzati dalle associazioni dei molisani residenti all’estero per le comunità di Montreal, Canada, Argentina, sempre con bagni di folla e su palchi ambiti dai più grandi artisti del mondo.
In Argentina, a Buonos Aires, vengono invitati a partecipare a tre concerti, organizzati dalla FEAM, la Federazione dei Molisani lì residenti, uno dei quali al famoso teatro Coliseo.
Oggi, del nucleo originario della band, restano Pierluigi Armagno, Vito Battista e Franco Iacobucci, che continuano a coltivare la passione per la canzone popolare campobassana, intervenendo anche a concerti di beneficenza sia per organizzazioni di volontariato sia per le case circondariali di Campobasso ed Isernia.
Tra questi, ricordiamo il Concerto per i 300 anni della nascita di Paolo Saverio di Zinno, ideatore dei Misteri, e quello al Circolo Sannitico, tenutosi il 14 dicembre 2018, nonché manifestazioni di musica leggera rigorosamente italiana. A Natale 2019 sono stati, inoltre, protagonisti di una serata in ricordo di Fred Bongusto, cantante campobassano recentemente scomparso, nel centro storico del capoluogo.
Cinquant’anni ma non li dimostrano, dunque, i New Harlem.
Tanta musica, tanta strada per il mondo, tanta voglia di suonare, di emozionare ed emozionarsi, tanta la stima e l’affetto da parte del pubblico.
Hanno fatto ridere, sognare, innamorare e commuovere intere generazioni, sapendo resistere al tempo che passa, con la capacità di rinnovarsi rimanendo fedeli a se stessi.
L’unione, l’energia e la melodia, all’insegna di qualità e ispirazione, hanno connotato e connotano tuttora il loro percorso artistico.
Sicuramente segnano un’epoca e lasceranno un’impronta indelebile sul palcoscenico musicale e culturale non solo regionale, ma anche nazionale ed internazionale.
Francesca Muccio

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