La notizia della chiusura ha provocato una levata di scudi non solo ad Isernia, ma in tutta la regione. Parliamo del Musec, Museo dei Costumi del Molise, che da giungo ha chiuso i battenti dopo il mancato rinnovo del protocollo tra la Regione e la Provincia pentra che ne consentiva la gestione. Un patrimonio culturale nato nel dicembre 2019 con l’intenzione di rendere stabile e in particolare fruibile al pubblico la grande collezione etnografica del suo direttore Antonio Scasserra.
Ora che la collezione non ha più trovato spazio all’interno del palazzo di via Berta, il gruppo dem del Comune di Campobasso si fa avanti proponendo di trasferire il Museo nel capoluogo. La mozione è stata depositata dai consiglieri Battista, Trivisonno, Salvatore e Battista e verrà discussa nel prossimo Consiglio comunale.
La raccolta è una delle più grandi ed importanti dal punto di vista qualitativo, storiografico, culturale e numerico e si pone al secondo posto dopo il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Quaranta costumi originali esposti sui manichini; 1200 pezzi di oreficeria popolare di produzione molisana esposti nelle teche; oltre 100 capi sciolti esposti in apposite sezioni monografiche; gigantografie delle foto dello studio Trombetta di Campobasso.
La collezione però non si limita a quanto esposto ma si arricchisce di un’altra cinquantina di costumi originali e di gioielli antichi che lo stesso Scasserra utilizza su indossatrici per grandi eventi culturali fuori la struttura museale. «Un patrimonio di inestimabile valore culturale, artistico e storico – sottolineano i dem – ma anche economico che mostra l’altissimo livello artistico raggiunto dal Popolo molisano, dai suoi artigiani nella lavorazione dei gioielli e nel confezionamento dei costumi dei singoli paesi. Tra i pezzi più importanti della collezione spiccano alcuni reperti provenienti proprio da Campobasso: tre costumi originali considerati delle vere e proprie reliquie per rarità e preziosità composti un modello quotidiano, uno festivo e uno nuziale. Tra i capi più preziosi spicca una antica mantigliana di tulle finemente ricamata, considerata dai periti come il pezzo più pregiato della collezione. Nell’ambito dell’oreficeria risalta una “cannacca” (collana) che pare sia il pezzo più antico risalente al settecento. Anche delle fibbie per scarpe della fine del settecento risultano di lavorazione campobassana e rivelano il livello artistico raggiunto dagli artigiani locali nell’arte del traforo dei metalli preziosi».
Per gli esponenti dell’opposizione «una raccolta come quella contenuta nel Musec non può essere smantellata ed eventualmente trasferita fuori regione ma deve essere motore ed elemento di attrazione per la comunità». Per questa ragione hanno inviato il sindaco Gravina e la giunta «ad intraprendere iniziative mirate al trasferimento a Campobasso del Musec con collocazione naturale presso la Galleria civica di arte moderna, “Casa della scuola” di via Roma, in modo da continuare nell’arricchimento del Palazzo museale quale riferimento culturale cittadino e regionale». Chiedono inoltre «di operare tutte le verifiche affinché si produca un sistema museale del “vestire” in Molise con la presenza e la sinergia con il patrimonio di costumi in possesso dell’Associazione dei Crociati e Trinitari».

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