Non solo in Italia: anche nelle carceri molisane la campagna vaccinale fatica a decollare. Ad oggi, infatti, nessun detenuto degli istituti penitenziari presenti in regione ha ricevuto la somministrazione del vaccino mentre sono pochissimi gli agenti penitenziari immunizzati.
A lanciare l’allarme è il segretario generale del Spp, Aldo di Giacomo, che ha spiegato: «Si tratta di una situazione molto particolare per tutte le forze dell’ordine sul territorio nazionale. Attualmente il vaccino non viene somministrato seguendo un criterio preferenziale ma viene somministrato secondo le linee guida del governo centrale, ovvero in base all’età, la fragilità dei soggetti o dei propri familiari. Lo stesso vale per i detenuti: ad oggi sono soltanto 8.000 su 53.000 i soggetti vaccinati in tutta Italia. Per le forze dell’ordine – e dunque per i poliziotti – c’è inoltre il divieto di somministrazione del farmaco Astrazeneca e ciò sta creando ulteriori rallentamenti.
Non sono il sindacalista dei detenuti – ha aggiunto Di Giacomo – ma reputo questa situazione vergognosa. Ci sono stati focolai significativi nelle carceri italiane, l’ultimo a Catanzaro. Lunedì ci riuniremo davanti a Palazzo Chigi per una manifestazione di protesta.
Il generale Figliuolo, che ho avuto modo di sentire telefonicamente – ha spiegato ancora il sindacalista -, ha confermato che i vaccini non sono bloccati ma proseguiranno seguendo questi ritmi.
Quello nelle carceri non è soltanto un problema sanitario, che ormai è sotto gli occhi di tutti, ma potrebbe diventare un problema di ordine pubblico. Abbiamo dimenticato con estrema facilità quello che è successo lo scorso anno: 13 morti, devastazioni e 12 milioni di euro di danni negli istituti penitenziari».
Una paralisi a livello nazionale, dunque, che si ripercuote inevitabilmente anche sulla situazione che si registra a livello regionale. Il tutto nell’indifferenza delle istituzioni secondo il sindacalista: «In Molise siamo ridicoli – ha aggiunto Di Giacomo -. Ho contattato in questi mesi e a più riprese tutti i vertici regionali, dall’ex commissario Giustini, al dg Asrem Forenzano, fino al presidente della Regione Toma, ricevendo rassicurazioni di ogni genere. Ad oggi, però, la situazione è la stessa poiché nessun detenuto è stato vaccinato, mentre gli agenti – circa una ventina a Campobasso -, hanno ricevuto l’antidoto solo perché si sono registrati autonomamente alla campagna di vaccinazione o hanno familiari con particolari fragilità.
Da specificare – ha precisato Di Giacomo – che gli 8.000 detenuti italiani vaccinati non sono ancora immuni al virus ma hanno ricevuto soltanto la prima dose del vaccino e che poco più di 200 hanno ricevuto la seconda dose.
La mancanza di priorità rispetto a queste categorie rappresenta una scelta incomprensibile e dimostra ancora una volta come il tema carceri passi in secondo piano.
Lo scorso anno rimproveravamo l’ex presidente del Consiglio Conte e il commissario Arcuri per la poca attenzione rivolta agli istituti penitenziari ma – precisa – anche con l’attuale governo non sembra esserci tutto questo interesse».
Il sindacalista ha voluto inoltre sottolineare le contrapposizioni che si riscontrano all’interno del sistema giudiziario portando alla luce un episodio avvenuto alcuni giorni fa in regione: «Succede che in Molise un signore di 81 anni che ha commesso un reato minore nel 2009 sia stato condannato oggi a scontare sei mesi di carcere. Una cosa folle e vergognosa a mio avviso se si considera che, secondo quanto stabilito dalla Corte costituzionale, chi compie un reato ostativo e dunque deve scontare una condanna a vita, anche se non collabora con la giustizia, ha diritto ad usufruire di tutti i benefici di cui hanno diritto gli altri. Questa è una cosa ridicola che pone in serio pericolo la lotta alle organizzazione criminali. Bisognerebbe rivedere l’intero sistema della carcerazione – ha concluso Di Giacomo – e attuare una revisione del sistema giudiziario perché casi come questi non devono essere più consentiti».
sl

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