Come ampiamente annunciato, anche nella settimana appena trascorsa Campobasso ha registrato un netto aumento di casi, guadagnandosi il ‘primato’ di centro molisano più colpito dal Covid. Certo, ci sono stati più guariti rispetto a sette giorni fa ma anche e soprattutto più contagi. Questo il quadro che i dati dell’Asrem danno per Campobasso nel periodo che va dal 19 al 25 aprile.
Ben 50 i cittadini campobassani che nel corso degli ultimi sette giorni hanno ricevuto la diagnosi di guarigione dal virus, mentre, nello stesso periodo, 75 nuovi contagi sono stati riscontrati in città.
«Il numero totale di cittadini che ad oggi (ieri, 26 aprile 2021, ndr), risultano positivi al Covid-19 a Campobasso è di 157 (7 giorni fa erano 132) – ha fatto sapere il sindaco Roberto Gravina -. Da circa un mese il numero dei contagiati settimanalmente, mostra una linea di risalita che deve far riflettere tutti sul tipo di azioni e comportamenti da tenere e che, è bene ribadirlo, sono ampiamente conosciuti da ognuno da oramai oltre un anno, per cui non ci sono scusanti che tengano.
Campobasso in questo lungo periodo pandemico ha mostrato, attraverso i comportamenti dei suoi cittadini, un ampio senso di responsabilità ma è indubbio che alla base dei numeri registrati ultimamente e che comunque sono quotidianamente monitorati dalla nostra Amministrazione insieme all’Asrem e al Dipartimento di prevenzione, vi è la messa in atto di condotte personali sbagliate che poi permettono al virus di svilupparsi nei contesti sociali e lavorativi nei quali si opera.
Da ieri mattina la nostra città, come tutta la regione, è tornata in zona gialla – ha dichiarato in conclusione Gravina – la ripresa di una serie di servizi e attività in special modo all’aperto, va sostenuta con i comportamenti. Dobbiamo tutelare noi stessi e gli altri in modo più consapevole a livello di scelte e azioni personali quotidiane rispetto a quanto è, invece, accaduto in questo ultimissimo periodo».
Intanto ieri mattina si è svolta la consueta riunione per fare il punto sull’organizzazione delle didattica alla luce del nuovo decreto del premier Draghi che consente, soprattutto in fascia gialla, una maggiore presenza degli studenti all’interno delle classi. La dad è infatti ‘abolita’ per elementari e medie, mentre nelle scuole superiori gli studenti possono tornare tra i banchi da un minimo del 70% fino, ovviamente, al 100%.
All’incontro con i dirigenti, l’ufficio scolastico regionale, i sindacati di categoria e il dg Asrem Florenzano, ha preso parte anche l’assessore all’istruzione di Palazzo San Giorgio Luca Praitano.
Nel corso della riunione si è optato per la didattica in presenza al 70%, una scelta prudente soprattutto in considerazione dell’impennata dei contagi a Campobasso. Inoltre, non tutti gli istituti, hanno spazi in grado di garantire il distanziamento e la sicurezza per tutti gli studenti in presenza.
Molti dirigenti hanno inoltre espresso dubbi sul sistema dei trasporti, col timore che, nei prossimi giorni, la maggiore circolazione di studenti pendolari possa creare rischio di assembramenti e dunque contagi.
Sulla stessa linea anche la Flc Cgil che ha manifestato «preoccupazione per la scelta di riprendere le attività in presenza al 70% alle superiori in questa fase, visto che diverse criticità non sono state risolte. Ci troviamo davanti a un atto di volontà politica non supportato da condizioni reali: prima di decidere di aumentare il numero degli studenti in presenza bisognava creare le condizioni materiali affinché ciò potesse avvenire in sicurezza. Occorreva verificare il potenziamento dei trasporti, rinnovare i protocolli di sicurezza, effettuare tracciamenti, potenziare la dotazione dei DPI, anche in virtù del diffondersi delle varianti. Risultano inoltre inspiegabili le ragioni che dal livello nazionale continuano a determinare scelte differenziate tra ordini e gradi di scuola. Riteniamo, infatti, che la sicurezza in presenza degli alunni e del personale non possa essere garantita al 100% nemmeno nelle scuole dell’infanzia e del I ciclo per la mancanza di adeguate procedure di screening e tracciamento, per un piano vaccinale ancora non terminato, per la mancata fornitura di più efficaci dispositivi di protezione individuale».

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