Sono state ore di forte apprensione per l’emergenza meteorologica che si è abbattuta sul territorio della provincia di Isernia: forti raffiche di vento ma è stata la pioggia, battente e copiosa, che spaventa perché ha ingrossato il fiume Carpino che ha rotto gli argini in più punti.
Martedì sera è stato necessario chiudere al transito in entrambi i sensi di marcia la strada provinciale che attraversa la piana, costeggiando appunto il Carpino. Il fiume era esondato in diversi punti superando di gran lunga il piano stradale. Ieri, intorno alle 13.30, è stato possibile ripristinare il transito.
Quando la piena ha percorso la piana, all’apice della sua portata, l’acqua superava la carreggiata di ben 90 centimetri.
Laddove il Carpinone incontra la Statale, poi, un manufatto in cemento armato realizzato per una attività commerciale chiusa ormai da tempo, si è trasformato in una sorta di diga artificiale e così il fiume ingrossato non riusciva a defluire con le acque che tornando indietro, hanno allagato la strada provinciale.
Una situazione denunciata più volte dal sindaco Pasquale Colitti che ha allertato nell’immediatezza le autorità competenti, ricevendo però risposte evasive.
La messa in sicurezza del territorio, degli argini dei fiumi e la loro corretta manutenzione e pulizia – che significa di fatto liberare il letto da detriti e vegetazione che impediscono il corretto deflusso e quindi aiutano il fiume ad esondare – sarebbe la strategia più corretta e anche meno onerosa sotto il profilo dei danni per evitare situazioni come quella attuale.
«Bene ha fatto il mio omologo di Montaquila – commenta il Colitti riferendosi al collega Marciano Ricci – che è intervenuto nel Rava con mezzi propri. Noi non abbiamo mezzi, né economici né meccanici per intervenire», chiosa con amarezza. «Una situazione problematica – continua il primo cittadino ai microfoni del collega Nicola De Santis -, siamo operativi da martedì pomeriggio per risolvere per le problematiche emergenti, prevenire incidenti. L’ondata di maltempo era prevista ma non di queste dimensioni, abbiamo iniziato la conta dei danni che sono notevoli».
Danni economici alle infrastrutture viarie, alle case e anche alle attività commerciali, già provate dalla crisi post pandemica e dal rincaro dei costi energetici. E che ora devono fare i conti con il maltempo, che è evento naturale prevedibile e previsto, ovviamente, ma che avrebbe dovuto essere fronteggiato in via precauzionale attraverso la corretta manutenzione degli argini dei fiumi e del territorio che, in Molise, presenta percentuali di dissesto elevate. E che, con la pioggia battente, rischia di provocare movimenti franosi ulteriori. Il caseificio che sorge sulle sponde del Carpino lavora solo sul fresco e spedisce i suoi prodotti in tutta Italia. Oggi i tir che avrebbero dovuto conferire il latte nelle cisterne dell’azienda non sono riusciti a raggiungere il caseificio, con un danno economico rilevante.
Fermi dalle 10 del mattino, gli autisti dei mezzi attendono di avere indicazioni sul da farsi: il piazzale completamente allagato, per via del Carpino esondato, impedisce di raggiungere l’azienda e scaricare. Con il progressivo miglioramento delle condizioni meteo, rimarcano i Vigili del fuoco del Comando provinciale di Isernia chiamati ad un super lavoro, l’acqua comincerà a defluire e noi potremmo cominciare ad aspirarla con le idrovore.
Stessa scena a Pettoranello, come in film già visto. Lo svincolo per la zona industriale è chiuso. Un capannone che vende all’ingrosso ed al dettaglio materiale edile risulta completamente allagato. Si contano danni per decine di migliaia di euro. In questo caso a esondare è stato il canale di drenaggio che attraversa la zona industriale partendo dal campo sportivo ai piedi di monte Patalecchia. Chiusa la scuola che ospita materna ed elementari del paese per l’allagamento dei locali posti a pianterreno.
ppm

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