Che la Trignina sia la croce degli automobilisti, soprattutto di quelli che dalle zone dell’Isernino e delle aree interne della provincia, si spostano verso la costa molisana e abruzzese, è ormai un dato di fatto.
Che i disagi abbiano ormai superato il limite dell’umana accettazione, è ugualmente un fatto acclarato.
Ma gli automobilisti non fanno i conti con il disastro infrastrutture solo la domenica d’estate, quando legittimamente vogliono andare a trascorrere qualche ora al mare. Magari! Sarebbe davvero un particolare sul quale probabilmente chiudere un occhio, in nome di quella pazienza mista alla rassegnazione che è nel Dna di ogni molisano.
Ieri, martedì, quindi giorno feriale, per percorrere 70 chilometri il nostro automobilista ha impiegato due ore.
Cronaca di una giornata ordinaria: sei i semafori lungo l’unica arteria di collegamento a scorrimento veloce, se così si può dire a voler essere ottimisti. Un viaggio della speranza, su un manto stradale che è fortemente bisognoso di un rifacimento, che può diventare estremamente pericoloso. Avvallamenti, asfalto ammalorato in più punti e quindi potenzialmente rischioso per chi viaggia.
Una situazione mai così grave, racconta il nostro testimone sul campo (di battaglia, verrebbe da dire): da quando la Trignina ha visto la luce, non si sono mai registrati interventi che siano stati in qualche maniera risolutivi. Solo lavori spot, interventi tampone, nessuna opera di ammodernamento. Mentre invece promesse e progetti immaginifici, a iosa.
Un problema, quello della percorribilità a dir poco impossibile della Trignina, non di poco conto per le centinaia di aziende che hanno interessi sulla costa, nel vicino Abruzzo o in altre regioni raggiungibili utilizzando l’autostrada adriatica. Un problema per gli autotrasportatori che consegnano i nostri prodotti nei supermercati o per chi deve consegnare merce in Molise.
Un problema per i pendolari che lavorano nelle zone industriali abruzzesi oppure nelle aziende che insistono sul litorale.
Un problema per gli studenti che magari frequentano le scuole in altre cittadine oppure raggiungono le università. E poi un problema pure per chi, legittimamente, vuole trascorrere una giornata al mare o fare una gita fuori porta. E che, a questo punto, potrebbe preferire la costa tirrenica a quella adriatica, potrebbe decidere di andare a spendere i propri soldi contribuendo quindi a far girare l’economia in altre regioni.
E se c’è un colmo, quello poi si tocca con mano in agro di Bagnoli del Trigno dove l’unico tratto con doppia corsia – che quindi consentirebbe di superare in sicurezza i tanti mezzi pesanti che percorrono la Trignina – è stato oggetto di una riduzione della carreggiata motivata dalla necessità di alleggerire i piloni del viadotto. Una decisione assunta all’indomani della tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova. Saranno cinque anni il prossimo 14 agosto.
Ma si sa, le emergenze il più delle volte nascono per diventare la normalità. E la doppia corsia ridotta sulla Trignina ne è esempio lampante.

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