Una opportunità da non farsi sfuggire. Cambiare per crescere. Vittorino Facciolla, segretario regionale del Pd, guarda con attenzione alle vicissitudini politiche del capoluogo di provincia. «Isernia ha l’occasione per ripartire e farlo bene. Guardando a progetti politici qualificanti, costruendo un consenso elettorale intorno ai programmi e alla capacità di attuarli». I dem, nella loro declinazione territoriale che coinvolge il circolo cittadino e la federazione provinciale, sono molto attivi e non certo da oggi, a margine di una competizione elettorale rilevante per il futuro prossimo. Un lavoro incessante, spesso svolto in silenzio, del quale il segretario Facciolla è pienamente consapevole. «Il Pd lavora da tempo alla costruzione dell’alternativa, quella che potrebbe coincidere con la prossima tornata elettorale» conferma con soddisfazione. La politica del resto, per un partito strutturato si fa così: giorno dopo giorno, non solo in occasione delle scadenze elettorali. Ascoltando il territorio, dandogli voce, portando le istanze che provengono dai bisogni lì dove si decidono le risposte. Un’azione che avviene in piena autonomia, rimarca Facciolla. Lui lo chiama il brand della segreteria regionale. «Noi abbiamo voluto garantire supporto, incondizionato direi, ma in completa autonomia, ai circoli: conoscono le dinamiche del posto, dei territori e sanno come meglio aggregare. La mia segreteria regionale non sarà mai quella che impone nomi sul territorio. Mai fatto e mai lo faremo». Un lavoro continuo, fatto di confronti costanti e quasi quotidiani, per ragionare insieme ma senza assumere decisioni che non siano frutto di una condivisione che parte dall’attenzione a chi vive quella quotidianità politica e sociale e quindi può interpretarla al meglio.
Uno schema che, solo di recente, è stato già messo alla prova e che ha portato – solo per fare un esempio territorialmente vicino – Daniele Saia a diventare il sindaco di Agnone. «Il confronto costante con la segreteria di circolo, con Maria Teresa D’Achille, con la federazione, con Luciano Sposato e Ovidio Bontempo avviene nella garanzia dell’autonomia che deriva da quella conoscenza che solo chi vive giorno per giorno determinate dinamiche può avere». Facciolla non si terrà a distanza, fisica, s’intende. « Nei prossimi giorni, sono già d’accordo con il circolo, per una prima riunione iniziale anche se il nostro confronto è quotidiano. Più che altro per manifestare la vicinanza della segreteria regionale e per concordare insieme a loro il da farsi». Circolo e federazione sono già in azione, hanno organizzato diversi incontri con il mondo dell’associazionismo, con le realtà civiche, con le aggregazioni dei cittadini. Isernia, città ‘difficile’ che arriverà al voto a margine di una seconda ondata di emergenza pandemica che l’ha particolarmente colpita come l’intera provincia. «Credo che tutte le elezioni post Covid siano state condizionate dalla pandemia: quelle più evidenti, alla Regione Campania e negli Usa, con opposti risultati. Ritengo che in Campania la gestione della pandemia abbia favorito il presidente, in America lo abbia danneggiato. Certo, è una variabile da tenere in considerazione, probabilmente a livello amministrativo comunale questo condizionamento potrà scemare leggermente ma io credo che ci sia. I cambiamenti di sensibilità delle persone sono assai evidenti e interessano tutti, anche noi che siamo un po’ più preoccupati e meno fiduciosi». La consiliatura d’Apollonio, che nell’ultimo anno ha dovuto fare i conti con l’emergenza pandemica, viene sonoramente bocciata dal segretario dem. «L’idea del Pd è quella che si sono fatta i cittadini, un’amministrazione che è fortemente contestata: non ha risolto alcun problema della città anzi, se vogliamo, ha acuito quelli storici Nell’ultimo periodo, fra le altre cose, il sindaco ha anche una maggioranza rabberciata, la dimostrazione del fallimento non solo amministrativo ma anche politico del progetto. Quando ti reggi su un numero o addirittura vai sotto, il fallimento politico è evidente e quello amministrativo è sotto gli occhi di tutti. Come sta succedendo in Consiglio regionale, la differenza fondamentale è che probabilmente a Palazzo D’Aimmo non siamo in una condizione così avanzata come quella che vediamo ad Isernia perché la legislatura ha solo due anni e mezzo e anche perché gli emolumenti non sono come quelli dei consiglieri comunali. I consiglieri regionali hanno un motivo in più per stare insieme, le indennità che sono importanti. E rappresentano pur sempre un collante». Roma chiama Isernia? Riuscirà a trovare concretezza l’alleanza Pd-5 Stelle per la ormai imminente tornata elettorale? Il segretario dem ha una sua idea, ben chiara. «È prematuro parlare di simboli, di alleanze – spiega -. Capisco il Movimento ma credo che sia una errore non considerare la possibilità di una coalizione che sia omologa a quella che regge le sorti del Paese, uno schema al quale guardiamo con favore. Ma è anche vero che i circoli cittadini del Pd sapranno ben valorizzare il percorso che ci unisce al Movimento e sapranno mitigare le ragioni per le quali non ci sono punti di convergenza. Io credo che la posizione dei 5 stelle in questo momento sia più che legittima ma anche loro dovranno guardarsi rispetto al quadro delle alleanze: difficile che si possa essere competitivi da soli, soprattutto nelle elezioni amministrative». Mentre a Roma si discute (e anche animatamente) di Recovery Fund, in Molise c’è una proposta che potrebbe coinvolgere proprio Isernia. La nascita del ‘Nuovo Veneziale’, in luogo del presidio ospedaliero esistente. Un nosocomio moderno, in territorio di Monteroduni. A due passi da Isernia e da Venafro: la scheda progettuale c’è, è stata inviata a Roma e il presidente Toma non ha fatto mistero di giudicarlo un progetto interessante nell’ottica di una riorganizzazione del sistema salute. E il Pd che ne pensa? «È una autentica follia – la stoccata di Facciolla -; abbiamo bisogno di ridisegnare meglio la rete ospedaliera e la medicina territoriale e di certo questi obiettivi non si raggiungono attraverso la costruzione di altri siti avendo la disponibilità di strutture. Noi abbiamo un problema nel problema, si chiama spopolamento: a questo si risponde anche grazie alla costruzione di infrastrutture, non attraverso la replicazione. Servono quelle della rete viaria, e il territorio isernino e della provincia sotto questo profilo sono molto penalizzati».

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